La nostra coscienza potrebbe essere intimamente legata alla meccanica quantistica

 La nostra coscienza potrebbe essere intimamente legata alla meccanica quantistica

Angelo Bassi, “The Rebel Physicist” secondo il New York Times, ha appena vinto un premio per il suo progetto di ricerca che indaga come le nostre percezioni, e quindi la nostra coscienza, potrebbero essere intimamente legate alla meccanica quantistica, visto che il cervello è composto di atomi e molecole, ovvero di quanti.

Ad assegnare il premio a Bassi è stato il Foundational Questions Institute (FQXi), che dal 2006 ha assegnato oltre 15 milioni di dollari a ricercatori nei settori della fisica e della cosmologia.

La mission dell’istituto è sostenere e diffondere la ricerca sulle questioni alla base della fisica e della cosmologia, in particolare le nuove frontiere e le idee innovative che sono parte integrante di una comprensione profonda della realtà ma che difficilmente possono essere sostenute dalle fonti di finanziamento convenzionali.

FQXi sostiene sia la ricerca di base, con implicazioni potenzialmente significative e ampie per la nostra comprensione della natura profonda della realtà, sia non convenzionale, consentendo la ricerca che a causa della sua natura speculativa, non mainstream, o ad alto rischio, non verrebbe altrimenti realizzata per mancanza di fondi.

Angelo Bassi, docente di Fisica teorica, Modelli e Metodi matematici all’Università di Trieste e scienziato di riferimento a livello internazionale nel campo dei fondamenti della meccanica quantistica, ha vinto il grant di FQXi con l’innovativo progetto di ricerca “Consciousness and wave function collapse” che mette appunto in collegamento la nostra coscienza con la meccanica quantistica.

Secondo alcuni scienziati, tra cui il Premio Nobel Roger Penrose, la coscienza nasce dal collasso della funzione d’onda. Il collasso è necessario a causa del principio di sovrapposizione della meccanica quantistica, in base al quale le onde quantistiche si dovrebbero propagare dal mondo microscopico al mondo macroscopico, ma questo non accade.

“Il nostro progetto non riuscirà a risolvere il problema delle percezioni e della coscienza”, dice il professor Bassi, “un problema estremamente complesso e solo parzialmente compreso. Il nostro obiettivo è studiare se e in che modo il collasso della funzione d’onda giochi un ruolo nella dinamica di tutti quei sistemi che per complessità si trovano a metà strada tra il mondo microscopico e quello macroscopico, in cui si collocano i processi che generano le percezioni. Studieremo anche il modo in cui questi effetti possono essere osservati in laboratorio”.

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