Ambassador e influencer. Come vengono utilizzati
Il Comitato organizzatore per i Giochi olimpici Milano-Cortina 2026, per amplificare sui social i propri messaggi, si affiderà a loro, agli ambassador. Con almeno 50mila follower.
Chi sono gli ambassador? Influencer? Discepoli? Sensibilizzatori? Un po’ di tutto questo. Sono persone che sposano, in questo caso, la causa delle Olimpiadi e tutto l’universo valoriale che racchiudono: sana competizione, partecipazione, rispetto, amicizia e lealtà. Sono come le “mascotte” e i portabandiera che ricordano e trasmettono temi e sentimenti legati a questo evento internazionale: dalla solidarietà all’impegno, dal coraggio alla pace, dal fair play all’uguaglianza. In una parola, promuovono il brand e avvicinano ad esso.
Anche la Fondazione Umberto Veronesi sta puntando sulle ambassador. Chi cerca fino all’11 febbraio? Donne, runner e ambasciatrici per promuovere un forte messaggio: dopo la malattia si può tornare a vivere più forti di prima, anche grazie alla corsa. Con l’obiettivo di diffondere questa consapevolezza, la Fondazione recluta ogni anno donne operate di tumore al seno, all’utero e all’ovaio (che hanno concluso la chemioterapia o la radioterapia entro settembre 2020) che accettano una nuova sfida: allenarsi con tenacia per alcuni mesi con l’obiettivo di arrivare a correre 21 chilometri, la distanza di una mezza maratona. Il progetto, nato a Milano nel 2014, è oggi attivo anche in altre 13 città: Torino, Varese, Monza-Brianza, Verona, Bologna, Firenze, Perugia, Roma, Napoli, Bari, Catania, Palermo e Cagliari.
Anche l’Istat ha deciso di tentare la strada degli ambassador: fino al prossimo 18 febbraio, promuoverà il progetto sperimentale di Employee Advocacy attraverso il prodotto “Hootsuite Amplify”, coinvolgendo sia dipendenti che professionisti esterni dell’Istituto nazionale di statistica. Di cosa si tratta? Di far intervenire direttamente i dipendenti e gli stakeholder esterni nella diffusione dei contenuti legati al brand (o al suo settore), condividendoli nei profili social personali, favorendo il passaparola e promuovendone il valore.
Chi sono i portabandiera dell’Istituto nazionale di statistica? Alessandro Cascavilla, Dottorando Università degli Studi di Bari; Davide Colombo de Il Sole 24 ore; Giulia Cimini community manager per Pomilio Blumm; Aurora Fantin, social media manager dell’Università di Trieste e giornalista di Data Magazine, Francesco Lancia di Radio Deejay; Fabio Bacchini, Cristiana Conti, Sara Letardi, Luca Longobardo, Giulia Peci, Marco Dionisio Terribili, Michela Troia, Francesca Vannucchi e Susi Osti dell’Istat, Jacopo Paoletti(marketer, entrepreneur, investor e advisor), Alessandro Rosina dell’Università Cattolica di Milano, Francesca Ungaro (communication & public affairs senior consultant) e Francesco Zaffarano di Will.
Su LinkedIn al momento ci sono 167 proposte come “brand ambassador”, prevalentemente nel settore commerciale. Anche la Ferrarelle ne cerca uno per cui ci sono già quasi 600 candidati: ma qui oltre alle “spiccate doti relazionali” si prevede anche “la presentazione di offerte commerciali, la chiusura della trattativa con definizione dell’ordine e il reporting commerciale”.
Insomma, “brand” che vai “ambassador” che trovi.