Secondo i dati elaborati da INAPP, l’Italia è tra i Paesi OCSE con i livelli di competenza più bassi, con ampi divari territoriali e di genere. Dai tavoli dell’Innovation Training Summit emergono confronti, risposte e collaborazioni per un miglioramento sistemico del settore.
Con oltre 2.000 partecipanti in presenza e molti altri collegati in streaming e su Youtube, più di 50 speaker provenienti da 15 Paesi e otto tavoli di lavoro attivi, si è concluso l’Innovation Training Summit 2025, promosso da Ecosistema Formazione Italia (EFI). Due giornate dense di incontri, confronto e co-progettazione che hanno rilanciato il ruolo strategico della formazione continua in Italia e aperto il Summit al respiro internazionale, con delegazioni da USA, Regno Unito, Francia, Germania, Svizzera, Belgio, Spagna, Malta, Lettonia, Ucraina, Kosovo, Albania, Emirati Arabi Uniti, India, Argentina e Congo.
Formazione e competenze: i dati INAPP accendono i riflettori sulle urgenze. Nel corso dell’evento, l’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) ha presentato un’analisi aggiornata sulle competenze degli adulti in Italia, evidenziando un quadro preoccupante: l’Italia è tra i Paesi OCSE con i livelli di competenza più bassi, con ampi divari territoriali e di genere. I dati parlano chiaro: il 20% degli adulti italiani ha competenze numeriche elevate (contro il 30% OCSE), nel Mezzogiorno oltre il 35% degli adulti ha competenze numeriche insufficienti, solo il 23% ha competenze digitali avanzate (media UE: 34%) e ben il 40% dei lavoratori svolge mansioni non coerenti con il proprio livello di istruzione. Nonostante questo, però, appena il 9,9% degli adulti partecipa a progetti di formazione continua.
Dagli Stati Generali EFI, scintille per un cambiamento sistemico da attuare con un lavoro annuale condiviso. “Il Summit – afferma Stefano Marchese, Vice Presidente di Ecosistema Formazione Italia (EFI) – è costruito per dare una scossa, una scintilla nel settore e, progressivamente, influenzare le decisioni future delle aziende e della parte istituzionale con azioni concrete, serie, pragmatiche e collaborative. Gli Stati Generali ne sono un ottimo esempio, perché permettono di lavorare concretamente su temi chiave, offrendo a decision maker di aziende e istituzioni, l’opportunità di confrontarsi e accendere conversazioni che vengono spesso portate avanti anche durante l’anno (è stato così anche l’anno scorso). Dopo la sperimentazione della scorsa edizione – che ha visto nascere quattro tavoli tematici – il format è stato ampliato e consolidato, arrivando a 8 Stati Generali, grazie al contributo di partner autorevoli del panorama nazionale e internazionale.
In linea con il report INAPP, diversi tavoli hanno approfondito il tema delle competenze.
Nel tavolo “AI for Corporate Education”, condotto in inglese da Natalie Cernecka (EIT Deep Tech Talent Initiative Manager di EIT Manufacturing), Jeanne Meister (Global HR Consultant and Bestselling Author) e Ashwin Meta (Chief AI Strategist di LPI), è emersa la necessità di sviluppare nuove competenze per interagire efficacemente con l’Intelligenza Artificiale. Tra i temi chiave affrontati: il ruolo umano nella validazione dei contenuti generati da AI, la gestione del cambiamento e l’importanza di una strategia di talento che includa upskilling e fonti non convenzionali di competenza, come ad esempio coach sportivi o esperti di performance.
Il tavolo “Leadership & Corporate Wellbeing”, realizzato in collaborazione con Associazione Ricerca Felicità e Great Place To Work Italia, ha evidenziato la necessità di trasformare la cultura organizzativa, puntando su: formazione diffusa e continua, benessere come leva strategica, valutazione per obiettivi, flessibilità e realizzazione di iniziative bottom-up che coinvolgano i collaboratori come co-creatori del cambiamento auspicato in azienda, partendo da piccoli cambiamenti.
Il tavolo “Skill Gap & Ricambio Generazionale”, curato da GoodJob!, ha messo in luce l’importanza di dar vita ad alleanze intergenerazionali per valorizzare l’esperienza e l’innovazione, di creare modelli di apprendimento personalizzati e micro-credenziali, così come l’importanza di fornire strumenti per la diagnosi e la certificazione delle competenze.
Nelle prossime settimane, il team di EFI lavorerà per portare avanti le conversazioni e i contributi emersi sia dei tavoli menzionati poc’anzi, sia degli altri cinque proposti all’Innovation Training Summit – Corporate Learning, Digital Learning, Corporate & ITS Academy, Formazione Finanziata, Platform Thinking for HR – rispettivamente realizzati in collaborazione con Radical HR, Skills in Cloud, MIT Technology Review Italia ed ELIS, Giovanni Galvan (consulente esperto su tema fondi e politiche formative) e Fabrizio Gallante (Managing Partner di Enzima 12) e Daniel Trabucchi (Direttore scientifico dell’Osservatorio Platform Thinking del Politecnico di Milano).
Una call to action collettiva. “Il Summit – conclude Stefano Marchese – si è concluso con una call to action rivolta a ciascun partecipante: identificare un’azione concreta da iniziare subito per portare nel proprio contesto un cambiamento reale. Un gesto simbolico ma potente, che punta a trasformare i dati in direzione, le criticità in progettualità e l’utopia in movimento. Con il consolidamento di quest’anno, siamo ancora più consapevoli di dove vogliamo andare e del valore che vogliamo apportare. Abbiamo già annunciato la terza edizione dell’Innovation Training Summit che si terrà il 26 e 27 marzo 2026 nella stessa location, l’Auditorium della Tecnica. Sono molto fiducioso per il potenziale incrementale di miglioramento dell’evento e per l’anno che abbiamo di fronte con molteplici iniziative in giro per l’Italia. Come sempre il Summit è per noi un punto di arrivo e di partenza per l’anno successivo, sapendo che il cammino è ancora lungo e tortuoso, ma siamo determinati a percorrerlo con coraggio e propositività.”
“L’utopia è là all’orizzonte… cammino due passi e si allontana… allora a cosa serve l’utopia? A questo: a camminare.” – Eduardo Galeano