Quand’è l’ultima volta che ci siamo soffermati a riflettere sul significato di “connessione” e su ciò che rende possibile l’accesso al network digitale globale? Presto ognuno di noi sarà connesso e potrà accedere a una rete mondiale in cui svolgere una vasta gamma di attività, dal pagamento delle bollette a distanza allo streaming delle proprie serie TV preferite.
Secondo gli ultimi dati, nel 2024 5,35 miliardi di persone, pari al 66,2% della popolazione mondiale, hanno utilizzato Internet, e 97 milioni di nuovi utenti si sono connessi per la prima volta nel solo 2023.
Molte altre persone sono ancora in attesa (e desiderano) di essere parte attiva del mondo digitale, e ora l’intelligenza artificiale sta avviando un ulteriore processo di trasformazione della nostra realtà, infondendosi in tutto ciò che ci circonda e cambiando il modo in cui le organizzazioni operano.
Stiamo assistendo alla nascita di una nuova era per l’umanità. Ma sembriamo non aver ancora accettato un fatto basilare: dobbiamo tutto questo a un’enorme infrastruttura fisica, fatta di cavi e fili.
Sotto l’incantesimo di una narrazione immateriale
Lo scrittore Arthur C. Clarke una volta disse: “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia”. Questa affermazione vale anche per Internet. In realtà, proprio come nel caso di un trucco di magia, dietro c’è un’architettura complessa che di solito non vediamo: cavi sottomarini, data center, server, torri di telecomunicazione, satelliti e innumerevoli persone che lavorano per costruire e mantenere i sistemi informatici, l’archiviazione dei dati e le reti interconnesse attraverso le quali ogni giorno viaggiano enormi volumi di informazioni in tutto il mondo.
Come abbiamo fatto a perdere di vista questa realtà? Sorprendentemente, parte della risposta risiede nel linguaggio che usiamo. Termini come “cloud computing” o “reti wireless” evocano l’idea di qualcosa di etereo, che esiste “nell’aria” o in uno spazio virtuale senza vincoli fisici. Questo linguaggio volutamente astratto ha favorito l’illusione che Internet sia immateriale. E anche gli utenti stessi della rete contribuiscono a questa concezione, accedendo a Internet con un semplice clic su dispositivi smart e senza fili, e oscurando ulteriormente l’infrastruttura fisica che sta dietro al sistema.
Tuttavia, mentre ci avviciniamo alla cosiddetta “Era Intelligente” prevista dal World Economic Forum per il 2025, emerge una domanda più pressante: perché è essenziale che le persone riconoscano la fisicità di Internet?
Restare con i piedi per terra: l’importanza della fisicità.
L’economia digitale è destinata a perdurare e la proliferazione dei dati è tutt’altro che finita. Tuttavia, riconoscere la fisicità delle strutture che sono alla base di Internet e del nostro mondo, sempre più guidato dai dati, è fondamentale. Ci aiuta a capire che l’accesso a questa rete globale non è scontato: è il risultato di investimenti tecnologici e di una manutenzione continua. Inoltre, fare costante affidamento su qualcosa che consideriamo invisibile ci impedisce di apprezzare ciò che questa infrastruttura realizza nella nostra vita quotidiana.
Ad esempio, i data centers sono spesso fraintesi o visti con sospetto. Tuttavia, possono apportare benefici alle comunità e diventare risorse strategiche per i Paesi in cui risiedono.
I data center offrono occupazione diretta al personale delle strutture e opportunità economiche indirette grazie ai contratti di assistenza tecnica. E il loro impatto economico va ben oltre.
Un data center di colocation, come quelli offerti da Equinix, funziona come un aeroporto per i dati. Proprio come questa struttura riunisce diverse compagnie aeree in un unico luogo, un data center di colocation riunisce diversi fornitori di servizi digitali. E proprio come un aeroporto collega i passeggeri al mondo, un data center di colocation collega le aziende locali con i partner, consentendo loro di spostare i dati ovunque sia necessario.
In altre parole, i data center sono punti infrastrutturali critici, che collegano famiglie, aziende e persino governi. Sono alla base dei sistemi su cui facciamo affidamento ogni giorno per far funzionare la società.
Lezioni per L’Era Intelligente
Il nostro breve excursus sulla fisicità dei data center e dell’infrastruttura di Internet ci ha già dato modo di apprendere diverse lezioni sul nostro mondo. Abbiamo capito che queste strutture non sono solo degli hub per i dati: sono motori economici vitali, che danno lavoro e stimolano la crescita delle comunità che servono. Ma soprattutto, questo piccolo esercizio ci ha ricordato che l’hardware fisico non è l’unica cosa che opera dietro le quinte delle odierne tecnologie.
Le nostre vite digitali nell’Era Intelligente non sarebbero possibili senza persone che comprendono, costruiscono, mantengono e ottimizzano queste infrastrutture. Come ha sottolineato Klaus Schwab, questa realtà sottolinea la necessità di “coltivare la saggezza insieme all’innovazione” e, guardando al futuro, di diventare più smart nella gestione e nell’utilizzo delle infrastrutture digitali.
Si tratta di una responsabilità condivisa che richiede una maggiore consapevolezza dell’impatto individuale e collettivo delle nostre azioni sul mondo digitale.