Plasmare il futuro digitale dell’Europa affrontando la disinformazione online
C’è un’altra guerra che si sta combattendo e ci riguarda tutti. Il campo di battaglia è il web. È la guerra alle fake news e alla disinformazione.
La Commissione Europea è schierata in prima linea in questo conflitto. Per quanto riguarda Facebook, ad esempio, il paese in cui si fa più disinformazione risulta essere proprio il nostro, con Meta che ha confermato di aver rimosso più di 45mila contenuti da Facebook e 1.900 da Instagram. Su 140 mila contenuti rimossi da Facebook, quelli prodotti in Italia rappresentano un terzo del totale. E secondo la Commissione UE, l’Italia guida proprio la classifica dei paesi con il maggior numero di disinformazione online, seguita da Germania e Spagna.
La Commissione Europea sta affrontando da tempo il problema della diffusione della disinformazione online con l’obiettivo di “garantire la protezione dei valori europei e dei sistemi democratici”. L’UE descrive la disinformazione come “un contenuto falso o fuorviante che si diffonde con l’intenzione di ingannare o garantire un guadagno economico o politico e che può causare danni pubblici”. Le fake news possono anche essere condivise ingenuamente, ma il loro effetto è comunque dannoso per la società. Quali sono le conseguenze della disinformazione? Per l’Unione Europea, la diffusione delle fake news è una minaccia alle democrazie, polarizza i dibattiti e mette a rischio la salute, la sicurezza e l’ambiente dei cittadini.
Le campagne di disinformazione su larga scala, spiegano dalla Commissione Europea, rappresentano una sfida importante per l’Europa e richiedono una risposta coordinata da parte dei paesi dell’UE, delle istituzioni dell’UE, delle piattaforme online, dei mezzi di informazione e dei cittadini. La Commissione ha, quindi, sviluppato una serie di iniziative volte a contrastare la disinformazione. Ecco, di seguito, l’elenco delle varie azioni messe in campo.
La comunicazione dal titolo “Contattare la disinformazione online: un approccio europeo” è una raccolta di strumenti per contrastare la diffusione della disinformazione e garantire la protezione dei valori dell’UE; il piano d’azione sulla disinformazione mira a rafforzare la capacità e la cooperazione dell’UE nella lotta alla disinformazione; il piano d’azione europeo per la democrazia elabora orientamenti in materia di obblighi e responsabilità delle piattaforme online nella lotta contro la disinformazione; Il codice di condotta 2018 sulla disinformazione è stata la prima volta in tutto il mondo che l’industria ha concordato, su base volontaria, norme di autoregolamentazione per combattere la disinformazione. Esso mirava a conseguire gli obiettivi stabiliti dalla comunicazione della Commissione presentata nell’aprile 2018; il programma di monitoraggio della disinformazione COVID-19, realizzato dai firmatari del codice di condotta, ha agito come misura di trasparenza per garantire la responsabilità delle piattaforme online nella lotta alla disinformazione; EDMO è un osservatorio indipendente che riunisce verificatori di fatti e ricercatori accademici con competenze nel campo della disinformazione online, delle piattaforme di social media, dei media guidati dai giornalisti e dei professionisti dell’alfabetizzazione mediatica; il Codice di prassi rafforzato sulla disinformazione, firmato il 16 giugno 2022, riunisce una vasta gamma di attori per impegnarsi a un’ampia serie di impegni volontari per contrastare la disinformazione.