7 consigli per evitare truffe online durante il Black Friday
Dalla struttura dei siti alla presenza di cookie banner e false recensioni, tutti i consigli dell’azienda torinese Ermes – Intelligent Web protection esperta in cybersecurity per sfuggire alle truffe online durante il Black Friday
Il Black Friday, letteralmente venerdì nero, nato negli Stati uniti negli anni Ottanta il giorno successivo alla Festa del Ringraziamento, costituisce oggi un appuntamento imperdibile, una tendenza cresciuta esponenzialmente nel tempo arrivando a numeri davvero considerevoli: si stima che nella settimana del Black Friday 2021, il mercato italiano abbia registrato un risultato con valore positivo del 6% rispetto al 2020, generando un mercato da 492 milioni di euro[1]. Le offerte implementate dai rivenditori in occasione di questa giornata hanno creato un trend di sviluppo positivo, che ha comportato una riduzione dei tassi di abbandono dei carrelli, in quanto gli utenti finalizzano gli acquisti più velocemente usufruendo delle promozioni.
La frenesia alimentata dalla grande mole di sconti si traduce in una fretta e un’urgenza tale da divenire essa stessa leva psicologica per i consumatori, che attanagliati da questi sentimenti, prestano meno attenzione all’affidabilità dei siti andando così incontro a truffe, diventando le esce perfette degli hacker: i numeri parlano chiaro, nel periodo che va dal Black Friday ai saldi di natale si registra un 20-40% in più di attacchi di siti phishing che sfruttano il mondo retail e e-commerce.
Ermes – Intelligent Web Protection, eccellenza torinese della Cybersecurity e unica realtà italiana selezionata da Gartner nella top 100 delle organizzazioni che sfruttano l’intelligenza artificiale per rilevare e difendere dai sempre più efficaci attacchi alla sicurezza delle aziende, ha stilato una lista di 5 consigli pratici per evitare le truffe online e compiere i propri acquisti nella maniera più sicura possibile.
I 5 pratici consigli per evitare le truffe online durante il Black Friday
- Porre massima attenzione al sito
Non sempre gli utenti sono attratti dalle offerte dei grandi rivenditori o marketplace abituali: spesso offerte vantaggiose su siti più piccoli, talvolta semi-sconosciuti, fanno da esca per queste truffe. La prima cosa a cui prestare attenzione per verificare l’affidabilità di un sito è il design e la struttura della pagina; senza addentrarsi nel codice del sito web e nei suoi tecnicismi, ci si può accorgere da una serie di indicatori semplici come ad esempio la disposizione delle immagini e del testo, la loro sovrapposizione, la presenza di immagini coerenti, che si tratta di un sito falso. Fondamentale infine l’attenzione da prestare all’URL del sito dove stiamo facendo il nostro acquisto. Ancor prima di navigare, tenendo il mouse fermo su un link ricevuto via mail, o con un tap lungo sul link dallo smartphone. Oppure, dopo essere atterrati su un sito nel browser, verificare con attenzione che l’URL nella barra degli indirizzi non presenti errori di spelling.
- Verificare le informazioni e i contatti
Un’altra verifica che si può condurre sui siti è la presenza di riferimenti: i siti di phishing spesso non hanno né link né mail collegate al dominio che si sta visitando, possono mancare inoltre riferimenti importanti quali la partita IVA, il numero di telefono o l’indirizzo fisico, ma al contempo la loro presenza non costituisce sinonimo di garanzia, poiché potrebbero essere comunque fittizi. Una soluzione risiede nel verificare la loro esattezza tramite una breve ricerca su Google: si può controllare ad esempio il numero di telefono o che all’indirizzo dichiarato ci sia veramente il negozio o lo store indicato. In altre parole, fattori che a un primo sguardo potrebbero non incidere sulla percezione di affidabilità, potrebbero invece essere la chiave per constatare la sicurezza del sito.
- Presenza di Cookie banner
Un altro fattore che potrebbe rivelare l’affidabilità di un sito è la presenza dei cookie banner: questi ultimi, infatti, sono diventati obbligatori in Europa nel 2015 per ogni gestore e proprietari di siti internet che hanno dunque l’obbligo di inserire un banner in cui si comunica che il sito web utilizza i cookie: entrare in un sito senza che appaiano costituisce già di per sé prova di un eventuale truffa. Tale normativa vale per tutti i siti internet e si applica indistintamente dal device utilizzato.
- Recensioni false
Anche le recensioni possono essere un buon indicatore per capire se ci si può fidare o meno del sito su cui si sta navigando: il primo campanello di allarme è costituito dal nome di colui che lascia la recensione, si tratta molte volte di nomi molto generici e comuni privi di un’immagine del profilo. Inoltre le recensioni dei clienti con acquisti verificati sono spesso contrassegnate da un badge garanzia di affidabilità. Una recensione falsa può essere poi riconosciuta dalla sua struttura, poiché spesso si compongo di poche parole non esemplificative del prodotto e si raggruppano nello stesso breve lasso di tempo e dalla presenza di errori grammaticali e ortografici. Infine, anche la quantità di recensioni può essere indicativa ai fini di una valutazione della loro veridicità.
- Ricezione di link dannosi attraverso tecniche di attacco personalizzabili
Gli hacker diffondono link dannosi attraverso tecniche di attacco fortemente personalizzate sui canali maggiormente frequentati dagli utenti: dallo smishing, che prevede l’invio di sms ingannevoli, al malvertising in cui i truffatori reindirizzano il traffico degli utenti ad altri siti dannosi con messaggi pubblicitari o installano virus sui device. Sempre più diffuse sono poi le email phishing in cui il furto di informazioni sensibili avviene tramite la ricezione di e-mail che sembrano provenire da mittenti legittimi ai quali invece è stata rubata l’identità. Oggi gli attacchi di phishing sono diventati sempre più sofisticati, tanto da rendere complicata la distinzione tra una mail truffa da un originale: queste email contengono un collegamento che richiede informazioni sensibili, da dati a credenziali bancarie, tutti info preziose che vengono utilizzate per le frodi. Non inserire i propri dati con leggerezza è altamente consigliato poiché il rischio di imbattersi in uno di questi fenomeni è altissimo.
6. Il Metodo di pagamento utilizzato
Arrivati alla fase del pagamento, e quindi dopo aver controllato tutti i punti precedenti ed essere sicuri che il sito sia affidabile, è sempre bene utilizzare carte di credito o altri sistemi di pagamento sicuri (e.g. paypal) e fare attenzione al fatto che venga attivato un processo di verifica, come ad esempio 3d secure tramite l’inserimento di pin/codici di sicurezza.
7. Non usare la mail aziendale
Come ulteriori misure preventive e di riduzione della superficie di rischio, è bene non utilizzare mai la mail aziendale per accedere a siti non lavorativi e, ancora meglio, creare una mail a parte dedicata a questa tipologia di servizi e soprattutto utilizzare password diverse per ogni sito. “Lato Enterprise una best practice potrebbe essere quella di applicare delle policy sul traffico più stringenti in questo periodo, così da ridurre il più possibile la superficie di rischio o avvalersi di soluzioni di Cybersecurity che permettano di regolare l’utilizzo dell’email aziendale, permettendo l’inserimento di email e credenziali solo nei siti approvati a livello aziendale.” – commenta Luca Moretto, CTO di Ermes.
“Durante il black Friday le possibilità di truffe online si moltiplicano vertiginosamente, costituendo un momento di click senza precedenti: è proprio in questi momenti che bisogna prestare la massima attenzione” – illustra Hassan Metwalley, CEO e Co-Founder di Ermes – Intelligent Web Protection – “Consigliamo quindi alcuni semplici mosse e accorgimenti che possono salvare non solo gli acquisti ma il navigare in rete, sempre più oggetto di attacchi da parte degli hacker che in questo momento colpiscono potenziando la loro attività e facendo leva sulla brama di acquisti talvolta impulsivi dei consumatori.”
[1] https://www.gfk.com/it/stampa/black-friday-il-mercato-tech-non-rallenta-la-sua-corsa