Digitale: aumentano i furti d’identità sul web
Più di un italiano su 4 nell’ultimo anno ha subito una violazione della propria identità digitale come un accesso fraudolento al proprio profilo social, finanziario, o un furto di foto digitali; il 94% degli utenti adotta almeno una misura per fronteggiare i rischi e il 71% fornisce solo i dati obbligatori. È quanto emerge dalla ricerca di Ipsos, commissionata da Wallife, società di Insurtech specializzata in polizze digitali, per indagare e approfondire le tematiche relative ai rischi e ai benefici connessi al progresso tecnologico e scientifico e all’utilizzo sempre maggiore del web e delle piattaforme digital.
L’autenticazione tramite Face ID, Touch ID, riconoscimento della voce o con username e password sono oggi la principale chiave d’accesso ai conti bancari, agli account di pagamento e ai profili social. Secondo i dati forniti dal Dipartimento della trasformazione digitale, in Italia a settembre sono state rilasciate 32 milioni di identità digitali Spid con un traguardo di 675 milioni di accessi ai servizi online nei primi otto mesi del 2022. Inoltre si registra una media mensile fino a 5 miliardi di euro di transazioni effettuate tramite il meccanismo di pagamento PagoPA alle amministrazioni pubbliche centrali e locali. Numeri importanti che, citando il Ministro Vittorio Colao, hanno permesso all’Italia di assumere “un ruolo di primo piano nell’Ue sul portafoglio digitale europeo e l’identità digitale”.
Una chiave d’accesso ormai diffusa nel nostro Paese ma che è soggetta ad un numero crescente di violazioni tramite credenziali biometriche. Come tutelarsi da questi rischi? Secondo la rilevazione Ipsos, il 46% non pubblica foto di minorenni, o non pubblica proprio sue foto (33%), il 28% utilizza il software per proteggere la propria identità e il 16% controlla cosa fanno figli e nipoti. Dalla ricerca emerge la convinzione che le misure di protezione autonome siano sufficienti a garantire una forma di tutela e a una riduzione della probabilità di potenziali frodi. Ma nel momento in cui si presenta la possibilità di stipulare una polizza per proteggere i propri dati, la risposta è del 71%: i più propensi a sottoscriverla sono i giovani tra i 18 e i 34 anni di età (79%), ovvero coloro che hanno già vissuto un’esperienza di violazione sul web.
“Nel 2021 nel mondo si sono registrate 900 milioni di compromissioni dell’identità digitale: rischi poco percepiti dai cittadini ma potenzialmente dannosi”, ha dichiarato Maria Enrica Angelone, Ceo di Wallife durante la conferenza stampa di presentazione di Wallife® Biometrics ID, la prima polizza assicurativa che, anche grazie a un’App dedicata, tutela gli utenti dalle molteplici derivazioni illecite che può assumere la sottrazione impropria e il furto dei propri dati biometrici. “La nostra mission – spiega – è studiare come evolvono questi rischi nel tempo anticipandoli ma innanzitutto rendere più edotto e consapevole l’utente rispetto ai pericoli che incorre online”.