Parola agli Ambassador ANG: “In Europa tante opportunità per i giovani, serve maggior consapevolezza”
Corpo Europeo di Solidarietà, DiscoverEU, Giovani 2030 sono solo alcune delle opportunità che permettono ai giovani di vivere l’Europa a 360°. Come scoprirle? Ce lo raccontano in questa nuova intervista Amanda, Ivana e Matteo, tre giovani Ambassador dell’Agenzia Nazionale Giovani.
“Ma voi lo sapete che oltre a essere cittadini italiani, siete anche cittadini europei?” – questa è la consapevolezza che Amanda, Ivana e Matteo, Ambassador di Trieste per l’Anno Europeo dei Giovani, vorrebbero trasmettere ai loro coetanei. Perché quando parliamo di Europa tutto ci appare così lontano: le istituzioni ci sembrano irraggiungibili, le opportunità di nicchia, senza contare un muro linguistico apparentemente invalicabile. Eppure l’Europa siamo noi, grazie al Trattato di Maastricht (1992), secondo il quale: ogni cittadino di un Paese membro della Ue, oltre alla cittadinanza del paese di origine, gode anche della cittadinanza europea.
Non tutti, però, ne sono consapevoli. E la missione che si sono dati Amanda, Ivana e Matteo, insieme a tutti gli altri Ambassador dell’Agenzia Nazionale Giovani, è propria quella di far conoscere le opportunità, sfruttarle al meglio, e costruire una profonda consapevolezza europea attraverso la divulgazione e l’ideazione di nuovi progetti. Con una caratteristica in comune: la determinazione.
Quindi, partiamo da qui, per raccontare come e perché.
Ciao ragazzi! Qui in Datamagazine siamo curiosi di sapere chi siete e qual è la vostra storia finora…
Ivana: “Ciao, piacere di conoscerti è bello vederci anche così a distanza. Io mi chiamo Ivana Calabrese e ho 23 anni. Sono qui a Gorizia per frequentare il primo anno di magistrale in diplomazia e cooperazione internazionale. Collaboro con l’Agenzia Nazionale giovani dal 2019, perché faccio parte di un’associazione giovanile del Sud d’Italia. Vengo da Grassano, un piccolo paese in provincia di Matera, e già a 13 anni sono entrata in un gruppo di giovani volontari con cui abbiamo organizzato tante piccole e grandi iniziative per movimentare un po’ il nostro paesino che è molto statico. Nel 2019 ho scritto il mio primo progetto in cui abbiamo creato una radio digitale e un presidio radiofonico grazie a un bando proposto dall’Agenzia Nazionale Giovani e da allora siamo rimasti sempre in contatto. Attraverso questa radio ho seguito campagne di contrasto al bullismo per promuovere l’uguaglianza di genere. Ora seguo l’anno europeo dei giovani perché è un’ulteriore opportunità per noi ragazzi di raccontare l’Europa, partecipare attivamente e sviluppare sempre nuovi progetti.”
Amanda: “Mi chiamo Amanda Ribichini, ho 19 anni e frequento il primo anno della triennale a Gorizia in scienze internazionali e diplomatiche. Sono di un piccolo paesino delle Marche vicino Jesi e sono membro del Movimento federalista europeo con cui stiamo portando avanti dei progetti. Grazie a questa associazione ho avuto l’opportunità di entrare in contatto con l’Agenzia Nazionale Giovani. Spesso l’Europa è sentita molto poco ed è percepita come un ente distante, per questo ho deciso di partecipare a questo network, per far sentire la mia voce e portare l’idea dell’Europa anche da noi.“
Matteo: “Io invece sono Matteo Santo, ho 21 anni e sono al terzo anno della triennale in scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia. Mi sono avvicinato a tutto questo grazie alla mia amministrazione comunale o meglio all’assessore alle politiche giovanili. Ho fatto un anno di servizio civile nel comune di Casarsa e svolto attività di volontariato nelle diverse realtà della zona. Ho scoperto l’Europa a 18 anni quando mi sono chiesto alla fine delle scuole superiori come volevo passare l’estate. Ho scoperto che esisteva il progetto DiscoverEu, grazie al quale ho vinto il biglietto per fare il giro dell’Europa con degli amici. In quella occasione mi sono sentito veramente cittadino europeo e per questo ho deciso di mettermi in gioco, per provare a restituire quello che ho ricevuto io.”
Quali sono le prospettive in questo anno europeo dei giovani e quali sono le opportunità che consigliereste ai vostri amici?
Ivana: “C’è solo l’imbarazzo della scelta secondo me. È un peccato che si crei una nicchia tra persone che ne sanno molto e chi ne sa molto poco. Il nostro ruolo è proprio quello di portare tutti allo stesso livello di consapevolezza perché quelle informazioni sono uguali per tutti. Una cosa che consiglierei al 100% a chi si trova in Italia è di seguire il portale Giovani 2030 in cui c’è una mappa interattiva di tutta la penisola dove puoi cercare la tua regione d’interesse, quali sono i bandi attivi e quali iniziative ci sono. Ad esempio, questo mese partirà il NEET Working Tour con questo camioncino che mira a informare i ragazzi, non inseriti in un circuito lavorativo o scolastico, sulle opportunità di tirocini, viaggi, scambi e formazione.“
Amanda: “Io proporrei ai miei coetanei di avvicinarsi di più all’Eurodesk, conoscerlo e prenderlo come punto di riferimento. Una volta capito che l’Europa può darci molto, basterà affidarsi a lei quando vogliamo fare volontariato, passare dei mesi all’estero o avviare nuovi progetti. Io personalmente quest’anno vorrei entrare nel Corpo europeo di solidarietà e fare un progetto con loro.“
Matteo: “Io rilancio con il portale europeo per i giovani, dove ci sono opportunità sempre aggiornate, tra cui la possibilità di aderire alla nuova call DiscoverEu. Per capire l’opportunità che fa per te ci si può affidare anche agli enti di appartenenza che ti indirizzano.“
Viste tutte queste iniziative, quali sono le vostre prospettive personali? Avete già una risposta alla famosa domanda “Cosa vuoi fare da grande”?
Ivana: “Io ho intrapreso il mio percorso di studi con l’intenzione di valorizzare i miei interessi, ovvero le lingue e l’attualità e la volontà di capire come muovermi nel mondo per essere una buona cittadina. Ho sempre avuto il desiderio da quando ero ragazzina di diventare qualcuno che potesse portare un impatto positivo nella società, attraverso i miei studi e la mia identità profondamente europea e interculturale. Non ho una specifica risposta a questa domanda, non so dirti se domani voglio lavorare per il Consiglio d’Europa oppure per una ONG, ma vorrei che queste competenze che ho acquisito e questa mia sensibilità possano portare un impatto positivo per la maggior parte delle persone che incontrerò nei diversi contesti.”
Amanda: “Ho iniziato quest’anno la triennale quindi mi sento di rispondere: con calma, no ansia. Attraverso il mio percorso di studi vorrei portare un cambiamento significativo, seppur piccolino, per le attuali e le future generazioni. Continuerò con il percorso magistrale in studi europei per capire meglio come funziona l’Unione Europea e poi si vedrà. Primo obiettivo: finire gli esami della triennale.“
Matteo: “Sì beh anche al terzo anno direi che l’idee non sono molto chiare. Cosa voglio fare da grande è una bella domanda, ogni tanto penso che non lo decido io, perché voglio cogliere le opportunità che mi si presentano, sicuramente andandole a scovare, però poi la vita ti mette davanti a cose che magari non ti aspettavi. A me piacerebbe fare una magistrale in studi europei e vivere da dentro la progettualità europea, ma nulla toglie che domani mi si presenta l’opportunità di fare un viaggio in Africa e finisco a fare il missionario. Vediamo cosa accadrà.“
Siamo una generazione work in progress, ed è davvero bello così! A proposito di impatto positivo, se doveste scegliere di fare un’azione per migliorare l’Europa quale sarebbe?
Ivana: “Io sono convinta che l’Europa sia un esperimento senza pari nel mondo. È riuscita a superare da sola guerre che ci sono state per secoli tra nazioni vicine e che adesso sarebbero praticamente impensabili se l’Unione Europea non fosse stata costruita. Ovviamente tutto è migliorabile sotto tanti profili ma come qualsiasi cosa costruita e realizzata dall’uomo. Qualsiasi direzione dovesse prendere in futuro, bisogna lavorare tanto sulla consapevolezza europea delle persone, perché molti credono che sia tutta fuffa e che non ci sono opportunità. Tutto questo ti disorienta, quando sai che non è così. Quindi, credo, che il primo passo da fare sia lavorare sul senso di cittadinanza, sulla disinformazione e sulla consapevolezza.“
Amanda: “Io aggiungo un altro termine: capillarità. L’Europa, Bruxelles e Strasburgo vengono percepiti come luoghi molto lontani, ma noi abbiamo sia la cittadinanza italiana che europea quindi siamo per legge cittadini europei. Perché un abitante di Bruxelles si sente europeo e uno delle Marche no? L’Europa la costruiamo noi attraverso le elezioni, quindi è fondamentale lavorare sulla consapevolezza, che è ormai essenziale.”
Matteo: “Io agirei sulla partecipazione, a partire già da quella comunale. Avere una possibilità di espressione per i giovani, attraverso una consulta giovanile, che in molti comuni manca, darebbe una maggior responsabilizzazione che ogni ragazzo può costruire e accrescere con le conoscenze. Dal comune, può passare alla regione e infine allo stato. I giovani devono farsi forza tra loro per riuscire a creare qualcosa partendo dal livello comunale, fino ad arrivare al livello europeo.“
A questo punto non ci resta che augurarvi e augurarci davvero il meglio per il futuro come cittadini italiani ed europei, a partire dalla vostra carica e voglia di mettervi in gioco. Buon anno europeo dei giovani a tutti!
Per seguire i lavori dell’Agenzia Nazionale Giovani e le iniziative per l’anno europeo dei giovani, ecco i profili social di Amanda, Ivana e Matteo:
- Profilo Facebook di Amanda Ribichini
- Profilo Facebook di Ivana Calabrese
- Profilo Facebook di Matteo Santo