ICT, è caccia agli esperti di digitale: le opportunità ci sono, ma mancano le competenze
Le competenze digitali sono sempre più richieste dalle imprese italiane, da nord a sud. Nel 2021 sono stati 177 mila i posti di lavoro occupati nel settore dell’ICT (information and communications technology), la metà dei quali andati a tecnici programmatori (29 mila entrate), tecnici esperti in applicazioni (23 mila) e tecnici del marketing (14 mila). Mentre tra le professioni ad elevata specializzazione, la maggiore domanda ha riguardato analisti e progettisti di software (25 mila ingressi), ingegneri industriali e gestionali (16 mila) ed ingegneri meccanici (circa 10 mila).
I dati emergono dall’indagine 2021 del Sistema Informativo Excelsior di Unioncamere e Anpal, realizzata in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di commercio “G. Tagliacarne”. La buona notizia riguarda la crescita costante di nuove richieste di lavoro nel settore dell’ICT da parte delle nostre imprese. Ma la brutta notizia è che scarseggiano i candidati soprattutto per le competenze più elevate. Infatti, per le competenze digitali di base la difficoltà di reperimento è pari al 34,9% mentre per le figure specialistiche si arriva anche al 37,8%. La ricerca evidenzia anche che per le capacità matematico-informatiche il gap è più ampio (dal 36% al 40,3%), mentre per le competenze 4.0 la difficoltà varia dal 37% al 40,9%.
Nel 2021 le imprese hanno domandato competenze digitali di base per la comunicazione visiva e multimediale a 2,8 milioni di profili professionali ricercati (pari al 60,5% del totale delle entrate), abilità relative all’utilizzo di linguaggi e metodi matematici e informatici a 2,3 milioni di posizioni (il 50,5%) e capacità di gestione di soluzioni innovative 4.0 a 1,7 milioni di entrate (il 36,4%). Secondo il report, quasi il 71% delle imprese ha impiegato risorse nel 2021 in tecnologie digitali, nuove formule organizzative aziendali e nuovi modelli di business, portando ad una crescita costante degli investimenti in questi settori della trasformazione digitale. E nell’implementazione della transizione digitale assume un’importanza strategica l’acquisizione di candidati con competenze adeguate.
“È soprattutto il Nord Est – spiegano gli esperti – a presentare il maggiore mismatch per la capacità di applicare tecnologie 4.0 (51,1%), con picchi in Trentino Alto Adige (52,4%) e Friuli Venezia Giulia (52,3%). Fra le province, ad evidenziare le maggiori difficoltà sono le imprese collocate nella provincia di Terni (67,4%), seguita da Rieti (64,6%) e da Belluno (64,4%)”.