Le teorie dei Social Media
“Perché ogni volta che cerco un oggetto su internet poi mi compaiono solo pubblicità di quell’oggetto specifico?” “ma io l’ho letto su internet” – queste sono alcune delle frasi che ogni giorno sentiamo dire ed ora proveremo a dargli una risposta, diciamo, “scientifica”.
Le informazioni e il modo in cui le persone comunicano e si informano hanno subito una rivoluzione nel corso degli anni, specialmente con l’avvento di Internet e dei social media.
Studi recenti analizzano come queste piattaforme e la creazione di gruppi al loro interno possano portare a una polarizzazione delle idee e ad una maggiore diffusione di fake news e disinformazione.
In particolare, il processo che innesca questo meccanismo risulta essere un mix perfetto di: bias ed euristiche ma non solo.
Spirale del silenzio, filter bubble ed eco chambers sono tre meccanismi principali che ruotano attorno ai social media e alle piattaforme digitali, influenzati dagli algoritmi.
Ma cosa sono? I bias cognitivi e le euristiche possiamo definirli come dei veri e propri limiti umani che ci aiutano e ci limitano nel processo del pensiero.
Bias: sono delle “scorciatoie del pensiero” che limitano la nostra razionalità, ne esistono di numerosi tipi ma quelli più frequenti all’interno dei social media sono:
bias del pavone (la ricerca e l’ossessione della perfezione), bias di conferma (la ricerca incoscia di idee che confermino la propria) e bias di conformità sociale (ciò che ci spinge ad essere ossessionati dal numero di like e di interazioni che otteniamo).
Euristiche: sono le modalità attraverso la quale esprimiamo un pensiero ed un giudizio facendo il minor sforzo possibile. (es. la prima impressione che abbiamo nei confronti di qualcuno in base a come si veste).
Nei social media questo si trasforma nel non voler sentire altre verità che non siano la propria e alimenta pregiudizi. (es. Commenti sotto un articolo di giornale senza neanche aver letto l’articolo).
Questi, rappresentano i limiti umani, diamo ora una breve panoramica delle teorie dei social media:
Spirale del silenzio: meccanismo per il quale preferiamo stare in silenzio quando vediamo che la maggioranza delle persone non la pensa come noi.
Filter bubble: questo meccanismo si basa sulla logica degli algoritmi che sono creati per capire alla perfezione quelli che sono i nostri interessi. Come li alimentiamo? Accettando i cookies, reagendo alle foto che ci interessano, dando il nostro indirizzo email per partecipare ad un concorso o per avere un piccolo sconto etc etc.
Eco Chambers: “camere dell’eco”, il meccanismo più pericoloso in termini di disinformazione. Le piattaforme digitali sono l’ambiente perfetto per la creazione di questi tunnel da cui è difficile uscire.
Si tratta di ambienti in cui il nostro pensiero e le nostre idee vengono amplificate e confermate portandoci a pensare che tutti attorno a noi la pensino allo stesso modo e che siano giuste.
Il mix di tutti questi elementi crea un vero e proprio vortice di disinformazione e porta il singolo utente ad alimentare giornalmente questo processo.
Non solo, le continue interazioni alimentano gli algoritmi a tal punto che ci da l’impressione di essere controllati ma la verità è che siamo noi a farci conoscere non dando valore alla cosa più importante che abbiamo nei social media: i nostri dati personali.
Libro che consiglio per chiunque voglia approfondire la tematica delle teorie dei social media: Pensieri Lenti e veloci di D. Kahneman