IT Alert: finalmente anche in Italia ma comunichiamolo meglio
IT Alert è un sistema che permette alla Protezione Civile di inviare un avviso sul cellulare di tutti i cittadini italiani che si trovano in una zona in cui sta avvenendo un evento straordinario come un terremoto, un situazione di allerta meteorologica, l’eruzione di un vulcano, un incidente nucleare, ecc.
La sperimentazione è partita il 28 giugno nella regione Toscana per poi diffondersi sulle altre regioni italiane e dovrebbe terminare a febbraio del 2024 per diventare così operativa in tutto il territorio nazionale.
Questo sistema, già adottato da diversi paesi europei, si basa su una tecnologia chiamata cell-broadcast -similare a quella dei vecchi SMS- che permette di inviare un messaggio unidirezionale di tipo broadcast (uno a tanti) con le informazioni di allerta con un massimo di 1.395 caratteri suddivisi in 15 blocchi.
La notifica agli utenti avviene attraverso un messaggio testuale sullo schermo dello smartphone e un segnale acustico riconoscibile, diverso dalle altre notifiche a cui siamo abituati.
Fino a qui tutto chiaro e utile se non fondamentale per il cittadino che può così venire raggiunto da un’informazione di primaria importanza in tempo reale ma, all’avvio della prima sperimentazione, succede qualcosa di assolutamente prevedibile, la maggioranza delle persone che vengono raggiunte dal messaggio di prova non sanno assolutamente quello che sta accadendo ne, tantomeno, che il loro smartphone è stato abilitato a questa funzionalità, creando così confusione e diffidenza verso questo sistema informativo che non ha chiesto loro nessuna autorizzazione nel venire attivato e dove la comunicazione è stata scarsa sui principali canali di informazione mainstream.
Forse sarebbe bastata una preventiva campagna di comunicazione massiva su tv, giornali e social che, partendo diversi mesi prima, avrebbe anticipato ai cittadini le varie fasi di sperimentazione non generando così allarmismo e non creando quel senso di invadenza che in tanti hanno provato scoprendo di avere già attivo sullo smartphone il servizio, senza fornire nessuna autorizzazione personale.
Viviamo infatti in un periodo in cui le keywords più utilizzate, anche e soprattuto da chi ci governa, sono trasparenza e privacy ma, in questa operazione, con finalità oggettivamente positive, qualcosa è stato dato per scontato scatenando così, in una parte di cittadini, il risultato opposto a quello desiderato.
Detto ciò, viva IT Alert sperando non ci sia mai il bisogno di utilizzarlo.