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Anche il Vittoriale sbarca nel metaverso. La tartaruga Cheli è il primo NFT dannunziano

La tartaruga Cheli entra nel metaverso e diventa un’opera non fungible – token, in occasione di Tende alla bellezza e orna il mondo, l’iniziativa dello scorso 11 marzo, in cui il Vittoriale degli Italiani ha deciso di guardare al futuro.

Così commenta Giordano Bruno Guerri, presidente del Vittoriale: “D’Annunzio, in Contemplazione della morte, scrisse: L’elemento del mio dio è il futuro. Questa frase accresce la volontà del Vittoriale di pensarsi non soltanto come conservazione del passato e bellezza da offrire ai nostri contemporanei; un museo, oggi, deve proiettare conservazione e bellezza nel futuro, progettare innovazione, guidare tendenze. Questo vogliamo fare e facciamo”.

Tra gli oltre 8500 oggetti che riempiono la Prioria, la statua di bronzo della Cheli (simbolo di sobrietà per il poeta) è stata mostrata al pubblico in anteprima mondiale e presto sarà messa all’asta, con un suo passaporto digitale che la renderà autentica e smaterializzata.

Sempre più istituzioni museali inseriscono le loro collezioni all’interno del metaverso, creando potenziali relazioni dirette tra artisti, collezionisti e pubblico, in un periodo storico in cui reale e digitale si mescolano anche in ambito artistico.

Le opere NFT sono dematerializzate e allo stesso tempo non prive di autenticità, perché protette da certificazioni su registri crittografati e basati sulla blockchain. Utilizzata in diversi settori, questo tipo di tecnologia è applicabile anche al mondo dell’arte e interessa principalmente quattro categorie:

  • La Crypto Art, realizzata esclusivamente per un supporto digitale, che ha l’obiettivo di certificare e crittografare, tutelando sia gli artisti, certi che un loro lavoro non sia venduto più di una volta, sia i collezionisti;
  • La Art Business Solution, che utilizza la blockchain a supporto del mercato dell’arte, analizzando i tracciamenti dei passaggi di proprietà, grazie a piattaforme quali Art Rights, che certificano e gestiscono le collezioni;
  • La Tokenizzazione delle opere, intesa come conversione dei diritti di un bene in un token digitale e cioè la rappresentazione di un oggetto all’interno di un file blockchain;
  • Lo Smart Contract, ossia un contratto prestabilito con termini e clausole programmati tra privati, a cui si aggiunge la verifica dell’autenticità dell’opera d’arte.

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