Ecco la scuola ideale secondo gli studenti: innovativa ed empatica
Innovazione ed empatia. Ecco le due parole “magiche” che gli studenti usano per descrivere la loro scuola ideale. È ciò che emerge da un sondaggio realizzato da una indagine condotta da Impara Digitale e ScuolaZoo sul pensiero degli studenti riguardo alla scuola del futuro e ai temi più discussi del momento. Il questionario è stato somministrato attraverso un modulo online anonimo sui canali social di ScuolaZoo e la community di Rappresentanti d’Istituto, e ha raccolto 2.866 risposte principalmente da studenti della scuola secondaria di II grado (97%) di tutta Italia, con un’età compresa tra i 14 e i 18 anni (94%). Il 77% degli studenti che ha partecipato all’indagine vorrebbe un insegnante innovativo e il 91% comprensivo ed empatico, mentre solo l’8% ha scelto un dcente tradizionalista.
Dalla lettura delle risposte alla domanda aperta: “In cosa dovrebbe cambiare la scuola per essere migliore?”, la maggioranza degli studenti ha indicato la necessità di ascolto e comprensione da parte degli insegnanti, un ambiente più sereno, una modalità didattica più innovativa e al passo con i tempi, che sia maggiormente coinvolgente e interessante, una minore importanza dei voti, fonte di stress, a vantaggio di una più equa valutazione, un minore carico di lavoro a casa e una migliore capacità comunicativa degli insegnanti verso gli studenti.
Il sondaggio ha affrontato temi come l’attenzione degli studenti in classe, l’utilizzo dello smartphone, l’orientamento, l’insegnante ideale e la scuola del futuro. I risultati hanno dimostrato che l’attenzione degli studenti in classe dipende principalmente da un insegnante coinvolgente (88% delle risposte), dall’argomento trattato (72%) e da una modalità didattica diversa dalla lezione frontale (60%). Solo il 71% degli studenti ha dichiarato che l’avere il proprio smartphone a portata di mano è poco o per nulla rilevante ai fini dell’attenzione.
Inoltre, il 63% degli studenti ha dichiarato che l’abolizione dei voti non implicherebbe minore impegno nello studio. Solo il 17% degli alunni ha dichiarato che le attività di orientamento svolte alle scuole secondarie di primo grado sono state utili per la scelta giusta della scuola secondaria di secondo grado, mentre il 54% ha dichiarato che è stato poco o per nulla di aiuto.
L’indagine, spiegano gli autori, non ha la pretesa di essere una ricerca completa ed esaustiva, ma rappresenta una chiave di riflessione e una base da cui partire per un’analisi più complessa della “Student satisfaction”. In ogni caso, i risultati dimostrano come ci sia la necessità di considerare il pensiero degli studenti in modo più approfondito e di lavorare per migliorare il loro coinvolgimento e benessere all’interno della scuola.