PNRR e COMUNI: da una parte lo spettro della corruzione, dall’altra il Public Service Manager per connettere PA e PMI
Stiamo vivendo un periodo di profondi cambiamenti nel tessuto socio-economico grazie alle ingenti risorse economiche messe a disposizione dal PNRR. L’obiettivo più urgente, ora, è quello di superare la crisi sanitaria e socio-economica post pandemica ed è necessario, dunque, accelerare i processi per la transizione digitale della Pubblica Amministrazione. Ma c’è uno spettro che aleggia e rischia di posarsi senza far rumore sulle speranze maturate in questi mesi grazie ai fondi del PNRR: scarsa competenza della macchina amministrativa e corruzione. Da una recente ricerca dell’Istituto di studi strategici RAND risulta che, la corruzione costa all’economia italiana almeno 237 miliardi di euro.
Giancarlo Asilo, architetto ed esperto in gestione manageriale dei servizi pubblici locali che dal 1997, dal Gruppo Maggioli ad Æqua Roma e AIPA S.p.A, ha gestito più di 160 importanti progetti per il Comune di Roma, Milano, Siena, Parma, Verona, Trento e altri in tutta Italia, nutre forti preoccupazioni per quanto riguarda la gestione dei fondi che rischia di diventare, invece che occasione di sviluppo e crescita per tutto il Paese, un enorme ostacolo.
<<Sono anni che lavoro come project manager tra PA e PMI e le difficoltà più importanti le ho sempre riscontrate in quelle realtà locali mancanti di figure competenti>> – sottolinea Asilo – <<ma a preoccupare un po’ tutti ormai è la cultura della corruzione che ancora fatica a non attecchire nel tessuto socio economico del nostro Paese e che mette in pericolo la gestione dei fondi>>.
Asilo pone l’accento su un argomento che riempie molto spesso le prime pagine dei quotidiani ma che ancora non riesce a sollevare una vera indignazione per un cambio di passo, anche se i segnali che confortano non mancano: Comuni, come quello di Verona ad esempio, che proprio in vista della gestione dei fondi PNRR stanno promuovendo momenti formativi per adottare un approccio preventivo e repressivo e, finalmente, la direttiva europea riguardante la protezione del whistleblower, colui o colei che segnala un illecito, amplia la platea di soggetti protetti e obbliga l’Ente ad assumere un comportamento proattivo, quindi perseguire ma soprattutto prevenire.
<<L’attuazione del PNRR rappresenta un processo che per intensità e investimenti può essere paragonato solo al miracolo economico dell’Italia degli anni 60, quando un paese legato alla cultura contadina e all’agricoltura entrò di colpo nella modernità industriale>> – continua a raccontarci Asilo – <<e il simbolo di quella ripresa economica fu l’Autostrada del Sole, 755 Km di strade per collegare Milano a Napoli realizzato in 8 anni senza sprecare soldi e tempo, un’opera pubblica di grande valore tecnologico, ammirata in tutto il mondo, dal giorno in cui, 4 ottobre 1964, l’allora capo del governo, Aldo Moro, la inaugurò>>.
Quale spinta, quale impulso, quale cambiamento perché non si perdi l’occasione per un nuovo miracolo economico?
<<In questo nuovo contesto, la nascita di nuove figure professionali e il riconoscimento delle nuove professionalità, penso ad esempio a quelle nel settore della comunicazione pubblica ma anche a quelle legate alla sicurezza informatica e alla gestione dei dati, credo siano segnali importanti ma vedo nell’AI la vera novità, l’occasione che non possiamo perdere. Siamo all’inizio di una vera e propria rivoluzione che dobbiamo condurre e non subire, grazie all’AI secondo la logica data driven decision making si potranno indirizzare le scelte politiche per poter valorizzare i territori amministrati dal punto di vista economico, sociale e culturale. Il momento deve essere sfruttato per attuare una profonda trasformazione gestionale e organizzativa della macchina amministrativa>>.
Architetto Asilo, quindi, in termini più pratici, secondo lei come i nostri Comuni possono e devono governare la gestione dei fondi del PNRR per il servizio pubblico?
<<Lavorando in questi anni con i piccoli e grandi Comuni, mi sono reso conto di quanto tempo si perda a causa di resistenze di tipo culturale e non solo burocratiche, perché la burocrazia si cambia se a cambiare è la mentalità. Sono da sempre a favore di una gestione manageriale della Pubblica Amministrazione per la creazione di quel valore pubblico, illustrato magistralmente da Mark H. Moore nel suo libro “La gestione strategica nella Pubblica Amministrazione”. L’autore propone una filosofia della gestione pubblica che consiste nell’individuazione delle aspettative del cittadino, delle responsabilità etiche di chi ricopre incarichi pubblici e di che cosa, in tutto questo, costituisce “valore”. È su queste basi che è possibile pensare ad una nuova figura gestionale: il “Public Service Manager”, un manager con competenze trasversali per attuare il programma di mandato del Sindaco ma, di fatto, l’elemento di connessione tra PA e PMI. Aprire un dibattito nazionale sul tema sarebbe auspicabile, con il coinvolgimento prima di tutto dei Sindaci e poi dei rappresentanti del Governo Centrale, delle PMI e dei professionisti impegnati a diverso titolo in attività di supporto alle Pubbliche Amministrazioni. Molto spesso, troppo spesso, le aziende affidatarie rallentano i tempi di realizzazione delle opere perché non hanno referenti adeguati nei Comuni; non possiamo più permettercelo, è il momento di scalare le classifiche. In quella appena pubblicata nell’annuale report ‘Global Innovation Index‘ siamo alla 28esima posizione (su 50), sopra di noi la Francia che sta al 12° posto e al primo troviamo la Svizzera, direi che con i nostri ricercatori, giovani, con le nostre Imprese e con una Pubblica Amministrazione che sta cercando nuove strade per restare “competitiva” non è più possibile restare così indietro>>.