I trend 2023 per la stampa 3D
La stampa 3D commercial favorirà la resilienza della supply chain
Alla luce dell’attuale scenario globale di incertezza, dovuto alla pandemia, alle conseguenti problematiche della supply chain, alla crisi climatica e alle recessioni economiche, le aziende stanno cercando di sviluppare nuove strategie di produzione per far fronte alle disruption future.
Le supply chain manuali devono attualmente affrontare molte sfide che ostacolano la produttività, tra cui una significativa carenza di manodopera qualificata, problemi di inventario, limitate capacità di produzione di tipo geometrico e cambiamenti generali nei processi di assemblaggio. Secondo le previsioni, entro il 2030 l’industria manifatturiera statunitense avrà 2,1 milioni di posti di lavoro vacanti se non verrà introdotta una soluzione innovativa (2021 Deloitte and The Manufacturing Institute Manufacturing Talent Study).
A fronte dell’ elevata domanda di innovazione e tecnologie nel settore manifatturiero, la stampa 3D contribuirà a sostenere le supply chain grazie a una produzione di massa scalabile, consentendo soluzioni di produzione distribuita, sia a breve sia a lungo termine, in grado di rispondere in modo quasi immediato ai rapidi cambiamenti del mercato.
Il valore aggiunto della stampa 3D e dell’implementazione di soluzioni digitali all’interno delle supply chain è rivoluzionario, poiché non ci si affida al lavoro manuale. La stampa 3D è in grado di ripetere le operazioni di assemblaggio, migliorando la qualità dei prodotti, e di realizzare nuove geometrie complesse.
Grazie ai progressi tecnologici che rendono la stampa 3D competitiva dal punto di vista dei costi rispetto ai metodi di produzione tradizionali i brand, grandi e piccoli di tutti i settori – industrial, medical, consumer e automotive – potranno beneficiare dei vantaggi della digitalizzazione dei loro impianti di produzione, a favore di una supply chain globale più efficiente.
La produzione di massa dell’additive manufacturing consentirà alle imprese di raggiungere l’iper-personalizzazione di cui hanno bisogno
Il 71% dei consumatori si aspetta la personalizzazione e il 76% si sente deluso quando non la trova, secondo i recenti dati McKinsey. In un contesto di scarsa fidelizzazione, lo stesso rapporto McKinsey ha rilevato che il 75% dei consumatori ha scelto di cambiare brand durante la pandemia. Questa instabilità non è di buon auspicio per quelli che non riescono a differenziarsi o a comprendere le esigenze e i desideri del pubblico.
A fronte delle tendenze in costante evoluzione e delle preferenze di acquisto che influenzano la fidelizzazione al brand, la personalizzazione diventa un approccio cruciale ed economicamente vantaggioso per le aziende che desiderano attrarre e fidelizzare i clienti in un mercato competitivo alimentato dalla stampa 3D.
Ogni settore ne vedrà i benefici, dalle calzature, ortesi e protesi personalizzate agli articoli sportivi come le mazze da golf e le maschere da sci. Le aziende che adotteranno la trasformazione nel modo di lavorare e di pensare, mettendo la produzione digitale al servizio proprio e dei propri clienti con metodi all’avanguardia, potranno ottenere un successo nel settore.
Con metodi di produzione tradizionali, la personalizzazione di massa può rappresentare una sfida perché rende quasi impossibile la creazione di stock prima del tempo, con difficoltà a prevedere le tendenze e i picchi di vendita o pianificare le impennate della domanda. Questo può avere un impatto su tutti gli elementi della supply chain di un’azienda, soprattutto in caso di tempi di attesa o di aumento dei costi di manutenzione dei macchinari necessari per la personalizzazione.
La stampa 3D è sufficientemente flessibile da consentire piccole tirature rapide ed economicamente vantaggiose, riducendo complessivamente la necessità di utilizzare diversi tipi di macchinari e di archiviare i file di progettazione in formato digitale, in quanto le diverse parti possono essere prodotte localmente e, soprattutto, on-demand con tempi di consegna ridotti rispetto ai metodi tradizionali.
I benefici della stampa 3D in termini di sostenibilità raggiungeranno un punto di svolta
Per rimanere competitivi nel mercato attuale (un’indagine Deloitte del 2022 ha rilevato che, durante la pandemia COVID-19, quasi la metà dei consumatori ha modificato le proprie attività o i propri comportamenti d’acquisto per contribuire a contrastare il cambiamento climatico), le aziende di diversi settori stanno cercando alternative sostenibili ai tradizionali processi di produzione e supply chain.
È in questo ambito che l’additive manufacturing (AM) e la stampa 3D rivestono un ruolo di primo piano, poiché il cambiamento delle priorità in materia di sostenibilità richiede una trasformazione del modo in cui le aziende producono, distribuiscono e utilizzano i prodotti. Un numero sempre maggiore di produttori, tra cui il 50% dei decision maker globali in ambito digital manufacturing e stampa 3D intervistati nel report Digital Manufacturing Trends di HP, è interessato all’utilizzo di questa tecnologia perché promuove un’economia circolare, riducendo il numero di materiali utilizzati nella produzione e semplificando e ottenendo maggior valore dai sistemi di produzione.
Ad esempio, l’AM sta supportando l’industria del packaging nel prendere decisioni commerciali più smart e, allo stesso tempo, nel progredire verso soluzioni più sostenibili, democratizzando l’accesso a soluzioni come il molded fiber, un’alternativa ecologica e biodegradabile al packaging in plastica, che elimina il ricorso a metodi di smaltimento dei materiali costosi e dannosi per l’ambiente.
Si prevede inoltre un aumento delle applicazioni reali basate su un’economia circolare, alimentate dalla produzione digitale e stampa 3D. Nuove partnership e collaborazioni permetteranno ai brand di creare business value operando in modo più sostenibile, inclusi incentivi per le modalità di utilizzo, riutilizzo e smaltimento di polveri, parti e materiali esausti.