SAV (Veicoli Automatizzati Condivisi) potrebbero rendere le città più vivibili ed eque
I veicoli completamente automatizzati (AV), o auto senza conducente, sono una realtà sempre più vicina. Produttori di automobili e società di trasporto, come quelle di ridesharing, stanno spingendo lo sviluppo di questa tecnologia, ma senza una pianificazione adeguata. Questo approccio, guidato dal mercato, potrebbe peggiorare la congestione del traffico, limitare il trasporto pubblico e aumentare le disuguaglianze sociali, oltre a colpire duramente i bilanci statali e locali, poiché le entrate derivanti da tasse, parcheggi e attività associate rischierebbero di diminuire.
Un nuovo studio dell’Università del Minnesota, pubblicato su Transportation Research Record, esamina come la tecnologia dei veicoli automatizzati (AV) potrebbe essere impiegata per ottenere il massimo beneficio da questa rivoluzione tecnologica, migliorando i trasporti e rendendoli più equi.
Un team interdisciplinare, guidato dal professor Zhi-Li Zhang del College of Science and Engineering, ha utilizzato un ipotetico sistema SAV (veicoli automatizzati condivisi), basato sulla zona di Minneapolis-St. Paul, con lo scopo di esplorare diverse opzioni per l’adozione di SAV in un’area metropolitana di medie dimensioni, nota per la sua pianificazione urbana e il clima variabile. I ricercatori hanno individuato i problemi che i decisori politici, i progettisti e le società di mobilità on-demand devono affrontare per creare un sistema integrato di SAV e, in definitiva, un futuro sano, equo, vivibile e prospero.
Lo studio ha rilevato che i SAV sono realizzabili e potrebbero essere molto utili in comunità come quelle simili a Minneapolis-St. Paul (Twin Cities). Potrebbero rafforzare, anziché indebolire, i sistemi di trasporto esistenti fornendo un servizio conveniente su rotte a basso numero di passeggeri. Inoltre, i SAV forniscono l’opportunità di affrontare i seri problemi di equità dei trasporti. Nello specifico, la ricerca ha evidenziato che i SAV potrebbero avere un grande impatto sull’industria del trasporto pubblico. Combinando i SAV con le flotte esistenti, si andrebbe a ottimizzare le rotte di transito in relazione al numero di passeggeri, mantenendo i sistemi di trasporto di base e impiegando i SAV su rotte suburbane a basso numero di utenti. I risparmi sui costi, derivanti dalla rimozione di grandi autobus a basso numero di passeggeri, potrebbero essere impiegati in percorsi ad alto numero di utenza.
“Le comunità ben progettate che utilizzano pool di servizi di assistenza alla mobilità di diverse dimensioni, con efficienti connessioni ai trasporti pubblici di alta qualità, potrebbero portare a un significativo cambiamento sociale, fornendo servizi di mobilità a basso costo a tutte le persone, rafforzando i legami familiari e comunitari e aumentando la produttività economica ed equità eliminando la mobilità come vincolo” ha dichiarato Yingling Fan, professore presso la Hubert H. Humphrey School of Public Affairs.
Tuttavia, i ricercatori sottolineano che questo è solo un potenziale risultato e che raggiungere questo obiettivo in modo equo dipende da molte decisioni importanti, come la preparazione dei politici, dei progettisti e di altri funzionari per la prossima rivoluzione tecnologica. Ciò include la pianificazione di come gli spazi di parcheggio e i garage su strada potrebbero essere riutilizzati per dare vita a spazi verdi e alloggi a prezzi accessibili, e la preparazione per attenuare gli effetti dell’automazione sui lavoratori che dipendono dalla guida come fonte di reddito.
“In che modo le comunità locali possono sfruttare la tecnologia emergente? Le società di ridesharing ora hanno i dati per sapere come si muovono le persone. Le multinazionali utilizzano le strade pubbliche, quindi dovrebbe esserci un vantaggio per il pubblico dai dati.” ha affermato Zhi-Li Zhang “Rimettiamo questo denaro nella comunità.”