Addio Twitter, benvenuto Mastodon?
In questi giorni c’è un emorragia di utenti che da affezionati fruitori di Twitter, uno dei social più conosciuti e diffusi al mondo, famosa per essere la piattaforma più democratica nel panorama dei social media ma anche quella in cui si deve essere più bravi nell’esprimersi avendo a disposizione a tweet solo 140 caratteri diventati poi 280, sta provando ad utilizzare o migrare a Mastodon, piattaforma basata su software libero.
Cosa è Mastodon
Mastodon è una rete sociale di microblogging decentralizzato che permette di pubblicare messaggi brevi, molto simili ai tweet basata sul concetto del Fediverso (mix delle parole “federazione” e “universo”) cioè l’insieme dei server federati che vengono utilizzati per la pubblicazione sul web. In ognuno di questi server, definiti da Mastodon “Istanze” ogni utente può creare il suo account definito “identità”. Ogni identità può dialogare sia con le altre identità di quel server ma anche degli altri server che compongono Mastodon.
Il concetto sembra difficile da assimilare ma dopo qualche ora di utilizzo si familiarizza con l’interfaccia della piattaforma che, per molti aspetti, ricalca quella di Twitter.
La comunità del Fediverso nasce nel 2008 e, ad oggi, è composta da oltre 5 milioni di iscritti internazionali suddivisi in 12mila server indipendenti.
Come si sovvenziona
Mastodon è una piattaforma decentralizzata senza pubblicità e algoritmi che imperversano nei social commerciali. Tutti possono creare una “istanza” cioè aprire un server su cui “far girare” la piattaforma collegandosi e interagendo con gli altri server/istanze già attive. All’interno di Mastodon ovviamente non ci sono le opzioni di monetizzazione per gli utenti e l’unico supporto per i gestori, totalmente autonomi, delle istanze è quello di avvalersi di servizi di crowdfunding per ricevere donazioni dagli utenti dei loro server attraverso sistemi come Liberapay o Patreon.
Come crea un account
Per creare un account e sbarcare su Mastodon basta iscriversi qui seguendo le indicazioni.
Arrivati sulla pagina dell’iscrizione ci accorgeremo fin da subito che Mastodon non richiede dati sensibili all’utente se non una mail a cui verrà poi spedito il link di verifica dell’iscrizione. Il rispetto della privacy su Mastodon è la filosofia principale. Nessun numero di cellulare, nessun algoritmo che decide per noi cosa vedere o cosa no, niente inserzioni pubblicitarie o messaggi promozionali inviati via mail.
La principale istanza italiana è Mastodon.uno, quella in cui si stanno iscrivendo la maggior parte di utenti che in questi giorni stanno mettendo a dura prova le capacità della comunità di sviluppatori del social indipendente.
L’effetto Elon Musk
Da quando il multi miliardario Elon Musk, imprenditore sudafricano naturalizzato statunitense -nonché padrone di Tesla e di altre aziende legate all’energia, ai voli spaziali, a Internet e a 1000 altre cose- ha acquistato Twitter diventando il nuovo CEO, molti utenti della piattaforma social hanno storto il naso, visto anche l’approccio così brusco e impattante di Musk che, come primo atto, ha licenziato metà dei dipendenti salvo poi fare marcia indietro e richiamarne diversi che, date le competenze, erano indispensabili per il funzionamento del social.
Molte delle dichiarazioni di Musk hanno fatto intravedere tempi bui per la piattaforma che, in pochi giorni, ha avuto un netto calo degli iscritti.
Da qui molti influencer internazionali hanno iniziato ad avere dubbi sul rimanere attivi su Twitter iniziando a guardarsi attorno. Anche in Italia in tanti stanno testando nuove piattaforme, una su tutte Mastodon, dove alcuni dei più curiosi influencer nostrani come, ad esempio, Insopportabile -da sempre uno dei più attivi utenti di Twitter in Italia, sempre pronto a sperimentare nuove piattaforme e strumenti per comunicare e interagire con gli altri- ha aperto un suo profilo nel social decentralizzato, spingendo così tanti suoi follower (tra cui il sottoscritto) a provarlo.
Rivoluzione o bolla
Non è dato sapere se Mastodon diventerà il nuovo modo di utilizzare i social nel mondo modificando profondamente l’esperienza degli utenti che, non più costretti a combattere con algoritmi e promozioni pubblicitarie, potranno concentrarsi sui contenuti o semplicemente sarà una piattaforma di passaggio con una durata limitata nel tempo come recentemente lo è stata ClubHouse. Per ora si tratta di aprire un nuovo account, sperimentare, cercare di non sporcare subito questo “nuovo” spazio con odio e polemiche ma, soprattuto, rimettersi in gioco come nei primi giorni in cui sbarcammo su Twitter.