Il PNRR spinge il “Piano Scuola 4.0”: 100 mila classi innovative e laboratori per le professioni digitali del futuro
Continuano gli investimenti sull’innovazione nella scuola italiana. A poco più di un mese dall’avvio delle lezioni, e in pieno agosto, il Ministero dell’Istruzione lancia un nuovo programma di innovazione didattica per avere lezioni più interattive e studentesse e studenti più coinvolti. È il “Piano Scuola 4.0”. L’obiettivo è ambizioso: trasformare 100.000 classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento e creare laboratori per le professioni digitali del futuro negli istituti scolastici del secondo ciclo. L’investimento è di 2,1 miliardi di euro e il programma garantirà anche “spazi di apprendimento flessibili e tecnologici per favorire la collaborazione e l’inclusione”, assicurano dal Ministero dell’Istruzione.
Le risorse disponibili assegnate ad ogni istituto (il 40% dei fondi è andato al Mezzogiorno) sono visibili sul sito del PNRR Istruzione. Il piano di riparto nazionale dei fondi è stato effettuato sulla base del numero delle classi di ciascuna scuola che avrà a disposizione strumenti di accompagnamento, come il Gruppo di supporto al PNRR (costituito al Ministero dell’Istruzione e negli Uffici Scolastici Regionali), oltre che la Task force scuole, gestita in collaborazione con l’Agenzia per la coesione territoriale.
Ma cosa prevede il “Piano Scuola 4.0”? Due azioni specifiche che si chiamano: “Next generation classrooms” (100.000 classi innovative) e “Next generation labs” (gli spazi per le professioni digitali del futuro). Grazie alle risorse messe in campo, infatti, ciascuna istituzione scolastica del primo e del secondo ciclo potrà trasformare almeno la metà delle classi attuali, progettando nuovi ambienti e una nuova didattica secondo le proprie esigenze, spiegano dal Ministero. A disposizione c’è “un finanziamento di 1 miliardo e 296 milioni per la creazione di spazi fisici e digitali di apprendimento innovativi negli arredi e nelle attrezzature” e saranno impiegate “metodologie e tecniche di insegnamento in linea con la trasformazione degli ambienti, per potenziare l’apprendimento e lo sviluppo di competenze cognitive, sociali, emotive di studentesse e studenti”.
Il regista di queste innovazioni sarà proprio la singola scuola che potrà rifornirsi di arredi facilmente posizionabili, attrezzature digitali versatili, la rete wireless o cablata. “ll dirigente scolastico, in collaborazione con l’animatore digitale e il team per l’innovazione, potrà costituire un gruppo di progettazione che coinvolgerà progettisti, docenti e studenti per il disegno degli ambienti di apprendimento fisici e virtuali, per la progettazione didattica basata su metodologie innovative adatte ai nuovi ambienti, per la previsione di misure di accompagnamento nell’utilizzo degli spazi didattici modificati”, spiegano dal Ministero.
Per quanto riguarda i “Next generation labs”, invece, sempre dal Ministero dell’Istruzione sottolineano come questa azione si rivolga “nello specifico alle scuole secondarie di secondo grado. Obiettivo è la realizzazione di laboratori in cui studentesse e studenti possano sviluppare competenze digitali specifiche nei diversi ambiti tecnologici avanzati (come robotica, intelligenza artificiale, cybersicurezza, comunicazione digitale), anche attraverso attività autentiche e di effettiva simulazione dei luoghi, degli strumenti e dei processi legati alle nuove professioni”. “I laboratori – aggiungono dal Ministero – sono un’opportunità per ampliare l’offerta formativa della scuola e devono essere disegnati coinvolgendo studenti, famiglie, docenti, imprese, università e Istituti tecnici superiori e integrandosi con i Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO)”.
A questa azione sono destinati 424 milioni, ripartiti in 124.044,57 euro per i licei e in 166.455,50 euro per le scuole del secondo ciclo che abbiano attivo almeno un indirizzo di istituto tecnico o professionale.
Questi, inoltre, gli altri interventi sul digitale (per un totale di 2 miliardi e 443 milioni) elencati dallo stesso Ministero dell’Istruzione e collegati alle misure del “Piano Scuola 4.0”: la didattica digitale integrata (379 milioni di progetti in essere); il potenziamento delle reti locali, cablate e wireless delle scuole (445 milioni di fondi React EU); l’installazione di schermi interattivi nelle aule (455 milioni di fondi React EU); la creazione di ambienti STEM (99 milioni); il Piano per la Banda Larga (600 milioni in parte a valere sul PNRR); il Piano PagoPA-SPID-CIE (60 milioni a valere sul PNRR); migrazione cloud e siti internet delle scuole (155 milioni PNRR in collaborazione con il Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri); ambienti innovativi per la scuola dell’infanzia (circa 250 milioni). Sono previsti anche 800 milioni di euro destinati alla formazione digitale del personale scolastico finanziati con il PNRR, per un totale complessivo di circa 4,9 miliardi.
“Si tratta di un intervento trasformativo concreto della nostra scuola che stiamo realizzando nell’ambito del PNRR – afferma il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi -, il più grande di questo tipo mai realizzato, con risorse e tempi certi. Le ricerche educative ci dicono che gli ambienti influiscono sul processo di apprendimento e sulle metodologie della didattica. L’intervento mette al centro le studentesse e gli studenti, utilizzando la tecnologia come risorsa per l’innovazione e alleata dell’apprendimento. In questi mesi abbiamo investito molto sul digitale. Fra risorse PNRR e altri fondi europei si tratta di 4,9 miliardi messi a disposizione per cablare aule, formare docenti, portare la banda ultra larga a scuola, sostenere la digitalizzazione di segreterie e pagamenti legati alle attività scolastiche, innovare gli spazi didattici. Un lavoro che deve andare avanti per garantire una scuola al passo con i tempi a studenti e famiglie”.