L’intelligenza artificiale per combattere desertificazione e siccità in agricoltura
Oltre il 20% del territorio italiano è a rischio siccità. Questa è la fotografia dello stato di salute del nostro Paese nella giornata mondiale della lotta alla desertificazione, istituita nel 2014 dalle Nazioni Unite. Una situazione preoccupante da Nord a Sud che si è ulteriormente aggravata a causa dell’assenza di precipitazioni registrate negli ultimi mesi. L’ultimo allarme, in ordine di tempo, riguarda il bacino del fiume Po dove il deficit di pioggia e neve ha messo in crisi le principali aree rurali del nord Italia, con i grandi invasi di acqua riempiti a livelli minimi. “Una situazione di siccità mai vista in 70 anni” secondo l’Osservatorio idrico del Po con gravi conseguenze alle coltivazioni, alla biodiversità e al settore idroelettrico.
In questo contesto un importante aiuto arriva dalla tecnologia, strumento sempre più indispensabile per contribuire a ridurre lo stress a cui è sottoposta l’agricoltura italiana. Negli ultimi anni sono nate innovative progettualità legate allo smart farming e alla smart irrigation che propongono metodi di coltivazione ed irrigazione avanzati e forniscono agli operatori del settore agri-food una tecnologica in grado di gestire al meglio le risorse naturali.
Un caso interessante è SmartIsland, startup siciliana che dal 2014 opera nel campo del precision farming, vincitrice con “Daiki” della “Call For Startup’ promossa nel 2021 da Finish e Future Food Institute, all’interno del progetto “Acqua nelle nostre mani” con l’obiettivo di individuare la miglior tecnologia in un’ottica di risparmio idrico nella coltivazione del Limone dell’Etna, dall’anno scorso tra le nuove IGP italiane. Daiki è un robot di intelligenza artificiale che viene installato a circa 30-60 cm sottoterra dove si trovano le radici. Attraverso dei sensori è capace di monitorare le informazioni relative al reale fabbisogno idrico ed irriguo necessario alla coltivazione, sulla base anche dell’analisi di dati microclimatici e del meteo. È la prima tecnologia ad utilizzare e sfruttare il concetto dell’energy harvesting ovvero ricaricare le proprie batterie tramite onde elettromagnetiche, movimenti di persone ma anche tramite l’alimentazione solare. Lo strumento, dotato anche di sensori ad induzione, riesce a rilevare dati ai vari livelli di profondità controllando lo stato dell’umidità del suolo, della temperatura e della conducibilità elettrica, prevenendo eventuali malattie, stress idrici, virus o attacchi di parassiti.
I dati immagazzinati dal dispositivo sono raccolti in un database a disposizione degli agricoltori i quali hanno a portata di click tutte le informazioni in tempo reale: dal quadro idrico agli eventuali problemi delle colture, oltre che la possibilità di automatizzare i sensori sul campo, azionare la chiusura e l’apertura delle serre o attivare l’irrigazione.
Come si traduce tutte questo in risparmio d’acqua? Lo spiega Maria Luisa Cinquerrui, fondatrice e amministratrice di Smartisland Group. “Lo scorso anno abbiamo supportato tecnologicamente l’azienda agricola Maugeri specializzata nella coltivazione del limone verdello. Il suo ciclo di produzione dipende dal fenomeno della secca, periodo che consiste nell’irrigazione fino a maggio e la sospensione nei mesi di giugno e luglio. L’approfondimento dell’analisi di monitoraggio ci ha permesso di installare dei Daiki Meteo per studiare le condizioni climatiche come temperatura e umidità dell’aria, direzione e velocità del vento e piovosità. Il controllo della quantità di pioggia caduta ci ha permesso di ottenere un risparmio sui cicli di irrigazione, con conseguente controllo fra pioggia caduta e acqua assorbita dalle piante, monitorando la velocità di assorbimento nei due casi”. Tradotto in numeri: la media di risparmio di acqua è stata del 30% in più rispetto all’anno precedente, pari ad un valore di circa 12,3 milioni di litri”.
Dopo le attività in Sicilia nel 2021, quest’anno il progetto “Acqua nelle nostre mani” si focalizzerà sulla Puglia, tra le regioni a maggior rischio desertificazione (57% del territorio) a sostegno della coltivazione dell’olivo. L’intervento, in corso di realizzazione, vedrà la piantumazione diretta di oltre 500 alberi resistenti al batterio della Xylella e un intervento di monitoraggio idrico delle coltivazioni su un totale di 500 ettari distribuiti nella provincia di Brindisi, che garantirà, secondo le previsioni, un risparmio annuale (considerate le 20 settimane di stagione estiva) di oltre 150 milioni di litri d’acqua. L’attività verrà svolta in collaborazione con la Cooperativa Agricola di Comunità Borgo Ajeni di San Michele Salentino. In continuità con quanto fatto lo scorso anno, verrà installata l’innovativa tecnologia “Daiki” in grado di rilevare, fin dal momento della piantumazione, dati climatici e idrici utili a monitorare il fabbisogno idrico delle piante, oltre che a prevenirne le malattie.
L’intelligenza artificiale salverà l’agricoltura italiana dalla desertificazione e dalla siccità? È presto per dirlo, di sicuro oggi la tecnologia è il miglior alleato della nostra biodiversità contro i cambiamenti climatici.