Il Digital Service Act europeo contro le fake news e l’hate speech
L’Unione europea fa sul serio nella lotta all’hate speech e alle fake news. L’arma in più contro la disinformazione e il linguaggio d’odio si chiama Digital Services Act, frutto di un accordo “provvisorio” tra Consiglio e Parlamento europeo per rendere internet un luogo più sicuro per tutti i cittadini. Il Digital Service Act (DSA) è considerata dalla UE una legge all’avanguardia a livello mondiale nel campo della regolamentazione digitale. Il principio che segue il DSA è semplice: ciò che è illegale offline deve esserlo anche online. L’obiettivo è proteggere lo spazio digitale dalla diffusione di contenuti illegali e garantire la protezione dei diritti fondamentali degli utenti.
Il DSA si applicherà a tutti gli intermediari online che forniscono servizi nell’UE, ma impone una responsabilità maggiore alle società con servizi oltre i 45 milioni di utenti attivi come Google e Meta, come le piattaforme e i motori di ricerca molto grandi e le altre big tech. Mentre saranno esentate da alcuni nuovi obblighi le piccole imprese e le start-up europee per salvaguardare il loro sviluppo. Per garantire un’attuazione efficace e uniforme dei requisiti del Digital Service Act, fanno sapere dalla UE, il Consiglio e il Parlamento hanno deciso di conferire alla Commissione europea un nuovo meccanismo di vigilanza con il potere esclusivo di controllare l’operato dei colossi del web.
Uno di questi obblighi ricade proprio sulle piattaforme online che dovranno verificare che i consumatori siano adeguatamente informati sui prodotti e i servizi offerti loro. Le grandi aziende del web, in particolare, avranno una responsabilità maggiore. A loro toccherà monitorare il flusso di notizie e informazioni e realizzare un’analisi a cadenza annuale per ridurre i rischi di diffusione di contenuti illegali e pericolosi, ma anche di disinformazione, di linguaggio d’odio e violenza di genere.
Il Digital Service Act interviene anche sul problema della fake news diffuse durante la guerra in corso in Ucraina. La Commissione europea, su raccomandazione dei coordinatori nazionali dei servizi digitali, attiverà un apposito meccanismo di risposta in grado di analizzare l’impatto delle attività delle grandi piattaforme e dei motori di ricerca rispetto alla disinformazione online e decidere misure proporzionate ed efficaci da mettere in atto per il rispetto dei diritti fondamentali.
Il Digital Service Act, che entrerà in vigore nel 2024, riserva un’attenzione particolare ai minori. Le piattaforme accessibili a questa fascia di età dovranno mettere in atto misure di protezione speciali per garantire la loro sicurezza online e alle piattaforme sarà vietato presentare pubblicità mirata basata sull’uso dei dati personali di minori come definito dal diritto dell’UE.
Il DSA fa parte di un pacchetto di servizi digitali che la Commissione europea aveva presentato a fine 2020. L’accordo provvisorio raggiunto a fine aprile 2022 ora passerà allo step successivo con l’approvazione del Consiglio e del Parlamento europeo.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, su Twitter ha parlato di un accordo “storico” e ha sottolineato come “le nostre nuove regole proteggeranno gli utenti online, garantiranno libertà di espressione e opportunità per le imprese. Ciò che è illegale offline sarà effettivamente illegale online nell’Ue. Un segnale forte per persone, aziende e paesi in tutto il mondo”. Per il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega agli Affari europei, Enzo Amendola, invece, “L’accordo sul Digital Services Act è una prova di unità delle istituzioni europee”. In caso di mancato rispetto di questi obblighi, i colossi del web rischiano sanzioni fino al 6% delle loro vendite annuali in caso di ripetute infrazioni.