Donne nell’Economia Circolare al MIB di Trieste
Qual è il ruolo delle donne nell’Economia Circolare, nello sviluppo di un’economia sostenibile? Le testimonianze di manager, imprenditrici, ricercatrici e rappresentanti delle istituzioni al MIB Trieste School of Management
Per realizzare una transizione efficace verso l’Economia Circolare, si rivela vincente la presenza di un numero maggiore di donne alla guida delle aziende. Le donne manager e imprenditrici, infatti, dimostrano di avere una sensibilità più accentuata e una particolare attenzione verso la responsabilità sociale d’impresa riuscendo a conseguire performance aziendali migliori.
Sono questi i concetti che hanno caratterizzato l’evento “Donne e Lavoro 2022. Donne nell’Economia Circolare” svoltosi lo scorso 21 marzo nella prestigiosa sede del Palazzo Ferdinandeo di MIB Trieste School of Management.
L’incontro, organizzato dall’Università degli Studi di Trieste, AIDDA Delegazione del Friuli Venezia Giulia e dal MIB, è inserito nel programma della Conferenza sul Futuro dell’Europa, promossa dall’Unione Europea.
Ad introdurre i lavori Donata Vianelli, Docente di Economia e Gestione delle Imprese e Direttrice del Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università di Trieste, Roberto Di Lenarda, Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Trieste, Lilli Samer, Presidente di AIDDA FVG Associazione Imprenditrici e Donne Dirigenti in Azienda del Friuli Venezia Giulia, Andrea Tracogna, Dean di MIB Trieste School of Management, Alessia Rosolen, Assessora al Lavoro, Formazione, Istruzione, Pari Opportunità, Politiche Giovanili, Ricerca e Università della Regione Friuli Venezia Giulia, Saveria Capellari, Presidente Comitato Unico di Garanzia e Sergia Adamo, Coordinatrice del Centro Interdipartimentale di ricerca per gli Studi di Genere, entrambe docenti presso l’Università degli Studi di Trieste.
Le riflessioni emerse da questa prima tavola rotonda hanno riguardato l’importanza strategica di mettere sempre più in campo azioni mirate a promuovere percorsi formativi orientati alla contaminazione tra saperi così da costruire una preparazione trasversale per figure professionali in grado di accompagnare le aziende nel passaggio ad un’economia green. Tale approccio si sposa meglio con la situazione attuale e futura che vede tutti noi proiettati verso una transizione sia ecologica sia digitale, entrambe parte integrante di una transizione di più ampio respiro che è quella sociale.
Altrettanto ricca e foriera di numerosi spunti la seconda tavola rotonda che ha visto come protagoniste Maria Cristina Pedicchio, Presidente di Maritime Technology Cluster FVG e Docente presso l’Università di Trieste, Lucia Gardossi, Membro del Gruppo di Coordinamento Nazionale Italiano per la Bioeconomia della Presidenza del Consiglio dei Ministri e Docente all’Università di Trieste, Maria Cristina Piovesana, Presidente e AD di Alf Group e Vice Presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura in Confindustria, Maria Colurcio, Docente di Economia Circolare all’Università Magna Graecia di Catanzaro, moderate da Elisabetta Pozzetto, Giornalista ed Executive PhD Student in Circular Economy presso il Dipartimento di Scienze Economiche, Aziendali, Matematiche e Statistiche dell’Università di Trieste.
Uno dei messaggi lanciati dalle relatrici è che va sicuramente abbandonato il modello lineare di prendi-produci-usa-getta che non incentiva nessuno ad incrementare la circolarità. È necessario cambiare il modello di sviluppo e di conseguenza di produzione affinché si risponda a logiche di riduzione, riutilizzo, riciclo e recupero. Quando si fa innovazione bisogna pensarla a medio lungo termine, in un’ottica geopolitica. La svolta è ragionare in termini di eco innovazione. Cruciale è perciò lavorare su un cambio di paradigma a livello culturale.
L’Economia Circolare è donna?
Sembrerebbe proprio di sì. Infatti, da una recente ricerca sugli atteggiamenti degli italiani a favore dell’ambiente condotta da AstraRicerche per conto di Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, risulta che 8 italiani su 10 riconoscono alle donne maggiore propensione rispetto agli uomini nel praticare comportamenti sostenibili e il 57,8% ritiene che una maggior presenza femminile nelle posizioni apicali della politica e dell’imprenditoria imprimerebbe una svolta nell’impegno a tutela dell’ambiente.
Ma non si tratta dell’unica sfera nella quale l’universo femminile primeggia per attenzione e senso di responsabilità. Le donne sono più preoccupate degli uomini nei confronti dei problemi ambientali sia in ambito locale (72% vs. 68%) che mondiale (67% vs. 63%) e sono più sensibili rispetto agli uomini verso problemi economico-sociali (67% vs. 61%). Un quadro, questo, confermato anche da vari sondaggi condotti dall’ OCSE che mostrano come le donne tendano ad essere consumatrici più sostenibili e siano più sensibili all’ecologia, ai problemi ambientali e sanitari. Le donne hanno maggiori probabilità di riciclare, ridurre al minimo gli sprechi e acquistare alimenti biologici e prodotti con etichetta ecologica. Inoltre attribuiscono un valore più alto ai trasporti efficienti dal punto di vista energetico e in generale sono più propense a utilizzare i trasporti pubblici rispetto agli uomini.
Le logiche legate all’Economia Circolare richiedono anche un’evoluzione degli stili di leadership. Un leader che abbia una visione, una propensione alla trasversalità e all’inclusione si rivela più idoneo ad operare in contesti di sostenibilità, di processi circolari, di transizione non solo ecologica ma anche sociale. Una leadership di questo tipo richiede sensibilità, competenze relazionali, capacità di vision inclusiva, di negoziazione win-win, caratteristiche maggiormente presenti nell’indole femminile.
A tal proposito, nell’incontro al MIB, sono state citate le riflessioni condivise da Marcela Guerrero Campos, ministra per la condizione delle donne del Costa Rica, durante l’evento “Women’s leadership for climate-neutral and circular industries”, organizzato da UNIDO lo scorso marzo, nel quale si è discusso anche di come le istituzioni finanziarie, i governi e le organizzazioni internazionali possono sostenere le donne imprenditrici e di quanto sia necessario che siano eliminate le barriere e i pregiudizi di genere per garantire a tutti di contribuire a un futuro più sostenibile e più verde. In quell’occasione la ministra ha sottolineato che le azioni per il clima e l’uguaglianza di genere sono intrinsecamente legate e che perciò promuovere la leadership femminile è una componente essenziale per raggiungere la sostenibilità ambientale e un futuro di energia pulita.
Premio AIDDA “Donna dell’anno 2021”
La conferenza al MIB ha visto anche il conferimento a Nicoletta Giadrossi, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, del premio Donna dell’anno 2021, da parte di AIDDA Delegazione Friuli Venezia Giulia.
Nel suo discorso di ringraziamento Giadrossi ha sottolineato due temi importanti per il Gruppo che presiede: le professionalità femminili e la sostenibilità. Con il progetto “Women in motion” (WIM), Ferrovie dello Stato mira a promuovere la carriera delle donne nelle aree STEM che tradizionalmente vedono una presenza maschile cospicua. Si tratta di un percorso di orientamento per le ragazze di scuole medie, superiori e università, che le mette in contatto con dirigenti tecniche del Gruppo FS, le quali diventano mentor per le studentesse. Sul versante della sostenibilità, invece, l’azienda è impegnata nello shift modale per il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Green Deal Europeo.
La registrazione dell’evento è disponibile cliccando qui