Flessibilità e formazione per trattenere in azienda i talenti

 Flessibilità e formazione per trattenere in azienda i talenti

Secondo un sondaggio che ha coinvolto circa 5.000 candidati, le risorse chiedono alle aziende smartworking e coaching. 

Cambia il mondo del lavoro e cambiano, di conseguenza, anche i benefit che i candidati chiedono alle aziende. Secondo un sondaggio recentemente condotto da EasyHunters – prima società di ricerca e selezione con un Digital Operating Process – a cui hanno risposto circa 5.000 persone, al primo posto (per il 41% di chi ha risposto) si colloca la possibilità di continuare a fare smartworking, al secondo (30%) l’attrezzatura per svolgere il proprio lavoro da casa (pc, connessione, sedie) e, infine, al 26% formazione e coaching. 

“Il fatto poco più del 40% dei candidati chieda di poter continuare a fare smartworking – precisa Francesca Contardi, managing director di EasyHunters – non sorprende affatto. Dopo due anni di pandemia ci siamo abituati a lavorare anche lontano dagli uffici e sarà molto difficile, se non impossibile, rinunciare a questa nuova normalità fatta di flessibilità e di lavoro da remoto. L’aspetto molto più rilevante, invece, è la richiesta di formazione e coaching ed è probabilmente su questo che le aziende dovranno puntare per trattenere le proprie risorse. Viviamo in un mondo sempre più dinamico e che richiede competenze costantemente aggiornate e specifiche: solo le imprese che saranno in grado di garantire questi aggiornamenti saranno vincenti, sia a livello di business sia a livello di engagement”. 

smartworking

La crescita di ogni azienda, infatti, è strettamente collegata alla crescita delle persone che lavorano. Per questo, chi si occupa di HR deve necessariamente adeguare le competenze a quanto richiede il mercato. Il Covid-19 ha sicuramente accelerato il processo di digitalizzazione che molte imprese avevano un po’ lasciato da parte e ha richiesto un adattamento – e in alcuni casi uno sviluppo da zero – di nuove skill. 

“Accanto ai piani di formazione studiati per aggiornare le competenze delle risorse – aggiunge Francesca Contardi – è molto utile sviluppare anche percorsi individuali di coaching che possano aiutare le persone ad affrontare le sfide di un mercato del lavoro sempre più complesso, incerto e dinamico. Molte aziende si stanno già muovendo in questa direzione ed è una scelta strategica che, nel medio-lungo periodo si rifletterà anche sulle performance economiche. Il business coaching, adatto sia per i manager sia per i gruppi di lavoro, aiuta sicuramente a gestire al meglio le priorità, a ridurre lo stress e a migliorare le relazioni e la comunicazione. Si tratta di aspetti che non possiamo più definire soft”. 

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