L’alfabetizzazione sanitaria è il “tallone d’Achille” degli italiani: colpa di infodemia e fake news
Tra infodemia e fake news, l’Italia raggiunge il primato europeo della scarsa alfabetizzazione sanitaria. È ciò che emerge dal risultato di una indagine effettuata sulla popolazione di 17 paesi che arriva dieci anni dopo il primo studio realizzato in otto paesi dell’UE sull’alfabetizzazione sanitaria. La prossima indagine è prevista per il 2024. Sono 42.445 i cittadini intervistati (3500 in Italia) a cui è stato chiesto di rispondere (attraverso un apposito questionario di 12 items) su quesiti relativi all’alfabetizzazione sanitaria generale e su tipi specifici di alfabetizzazione sanitaria come quella legata alla navigazione sul web, alla comunicazione con i medici, al digitale e alle vaccinazioni. Sul totale dei cittadini italiani intervistati, il 31% ha considerato le domande del questionario “molto difficili” o “difficili”, rispetto ad una media europea del 23%.
Tirando le somme, nel campione italiano è emerso un 23% di persone con livello di alfabetizzazione sanitaria (health Literacy) “inadeguato” e 35% “problematico” (34% “sufficiente” e 9% “eccellente”).
Mentre il risultato del campione complessivo dei 17 paesi europei mostra risultati decisamente migliori: 13%, 32%, 40% e 15%. Per quanto riguarda la pandemia da Covid-19, per l’Italia è stato aggiunto un ulteriore questionario di 16 domande volto a capire le difficoltà nel reperire, comprendere, valutare e prendere decisioni in tema di salute sulla base alle informazioni disponibili. Il 6% del campione ha giudicato questo processo “molto difficile”, il 25% “difficile”, il 52% “facile” e il 17% “molto facile”.
Tornando all’indagine nei 17 paesi dell’UE, tra le varie criticità sono emerse particolari difficoltà da parte del campione nell’utilizzare le informazioni dei media per prevenire le malattie e nel trovare informazioni su come gestire i problemi mentali. I partecipanti hanno trovato molto difficile anche comprendere sul web le informazioni sulle riforme sanitarie, giudicare l’idoneità dei servizi sanitari, scoprire i diritti dei pazienti e giudicare l’estensione della copertura assicurativa sanitaria. Per quanto riguarda l’alfabetizzazione sanitaria digitale, invece, anche qui il campione intervistato ha lamentato problemi nel giudicare l’affidabilità delle informazioni. Per l’alfabetizzazione sanitaria sulle vaccinazioni, infine, le difficoltà maggiori sono state evidenziate rispetto alla qualità del contenuto e alla chiarezza delle informazioni.
Ma come colmare, allora, il divario sull’alfabetizzazione sanitaria? Il Report dell’UE suggerisce alcune raccomandazioni, come implementare il monitoraggio dei progressi dell’alfabetizzazione sanitaria nella popolazione, agire sulle scuole, nella formazione degli adulti e nei media, aumentare l’affidabilità dell’informazione e della comunicazione sulle vaccinazioni. Per Ruediger Krech, direttore del Dipartimento per la promozione della salute dell’OMS, occorre trovare “soluzioni mirate per superare il gradiente sociale dell’alfabetizzazione sanitaria. L’alfabetizzazione sanitaria è una pietra miliare della promozione della salute e del sostegno alle persone per affrontare le complesse sfide dei tempi attuali”.