Professione designer under 35 in Piemonte
L’innovazione è una disciplina in sé oppure è trasversale a tutti i campi? Dall’ingegneria, all’architettura, dal food all’aerospazio, dall’orafo al fashion: chi non abbraccia l’innovazione?
In quest’ottica, anche il design da diversi anni sta mutando forma, affidando ai designer e al loro occhio creativo. Un caso su tutti, abbinato ai casalinghi, le linee per la casa della Alessi.
“Professione designer under 35 in Piemonte” è il primo lavoro di ricerca di “MIRA. Numeri, Persone, Direzioni del Design in Piemonte”, il progetto dedicato alla raccolta, analisi e utilizzo dei dati sul mondo del design a livello regionale.
“La scelta di iniziare questo lavoro di riflessione e proposta dai designer under 35 ha due significati principali: il primo è quello di dedicare le prime riflessioni di MIRA a quel segmento di fascia d’età di lavoratori che in Italia fatica maggiormente a inserirsi nel mondo del lavoro e a trovare gratificazioni e remunerazioni adeguate, il secondo è la possibilità di guardare al futuro che offre il fatto di osservare i più giovani. Dalle scelte di campo e dalle osservazioni che emergono dagli under 35, infatti, si può tentare di individuare quali strade prenderà il design nei prossimi anni sul nostro territorio” spiegano i ricercatori.
Obiettivo di “Professione Designer Under 35 Piemonte” è quindi quello di costituire un primo tassello per migliorare l’attrattività del Piemonte per i giovani designer, grazie allo sviluppo di strumenti ad hoc e policy, di concerto con gli stakeholder del settore.
Chi sono in sintesi i giovani designer che lavorano in Piemonte?
Donne (quasi due terzi, in linea con i dati relativi alla formazione che AlmaLaurea presenta annualmente), residenti a Torino, con una laurea triennale nella maggior parte dei casi, inclini a continuare a formarsi, ad acquisire competenze multidisciplinari, a svolgere periodi di studio all’estero più della media nazionale. Un bacino di professionisti che entra presto nel mondo del lavoro, che ha effettuato molte collaborazioni e tirocini durante gli anni di studio e che ha ben chiara la necessità di continuare ad acquisire competenze professionali, di chiaro interesse quindi, per tutti gli enti che erogano formazione in questo settore.
In quali ambiti professionali lavorano?
Più di un terzo dei designer si occupa principalmente di Communication e Multimedia Design (grafica editoriale, multimedialità, packaging, etc..) evidenziando l’importanza di questo ambito del design come profilo occupazionale. Dai dati emerge anche la crescita di altri tre settori occupazionali, ovvero il Fashion Design, lo Strategic e Service Design e l’Interaction Design. In particolare, quest’ultimo ambito ha visto aumentare la propria autonomia rispetto al Communication e Multimedia Design.
Come si struttura la carriera dei giovani designer che operano in regione?
Rispetto a chi lavora negli altri settori delle industrie culturali e creative, i giovani designer percepiscono già nei primi anni di lavoro un reddito lordo annuo superiore a 13.000 euro in più della metà dei casi e la metà ha un contratto stabile, a tempo determinato o indeterminato. Condizioni lavorative ed economiche, quindi, più positive rispetto alla media sia degli altri settori lavorativi, sia degli altri settori delle industrie culturali e creative. Guardando alla pandemia di Covid-19 e ai suoi effetti, i giovani designer l’hanno affrontata più positivamente rispetto ad altre categorie di lavoratori, avendo subito meno gli effetti negativi e registrando anzi, nella maggior parte dei casi, un aumento delle attività fra il 2019 e il 2020.
“MIRA. Numeri, persone, direzioni del design in Piemonte” è un progetto di Circolo del Design, con la partnership di Città di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, la partnership scientifica di Dipartimento di Economia e Statistica “Cognetti de Martiis” dell’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, IRES Piemonte e in collaborazione con Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Con il sostegno di Camera di Commercio di Torino, Città di Torino, Unioncamere Piemonte, Fondazione CRT.