XX Rapporto INPS: il digitale per il futuro del Paese

 XX Rapporto INPS: il digitale per il futuro del Paese

Sono numeri da capogiro quelli diffusi dall’Inps, nel quadro del XX Rapporto annuale. Qualche esempio? A oggi, tramite l’Istituto, hanno ricevuto misure per l’emergenza Covid

  • 4 milioni e 300mila lavoratori autonomi, professionisti, stagionali, agricoli, lavoratori del turismo e dello spettacolo;
  • 6 milioni e 700mila lavoratori dipendenti beneficiari delle integrazioni salariali, che hanno ricevuto in totale oltre 32,7 milioni di pagamenti di indennità, per una spesa complessiva di 23,8 miliardi di euro;
  • 210mila disoccupati che hanno fruito del prolungamento del trattamento di disoccupazione (NASpI);
  • 15mila nuclei familiari ai quali è stata assicurata l’estensione dei congedi dal lavoro per favorire la conciliazione dell’attività lavorativa con le esigenze familiari e di cura;
  • 850mila nuclei familiari che hanno fruito del bonus baby-sitting;
  • 722mila famiglie con gravi difficoltà economiche alle quali è stato erogato il Reddito emergenziale (REm);
  • 216mila bonus per lavoratori domestici;
  • 1 milione e 800mila nuclei familiari (circa 3,7 milioni di individui) che hanno beneficiato del Reddito di cittadinanza o della Pensione di cittadinanza.

Come è stato possibile gestire questa mole di domande e di istruttorie, in piena emergenza sanitaria e con l’opzione “smartworking” a pieno regime? La riposta è solo una: tramite il digitaleE cavalcando l’innovazione.

Per far fronte alle esigenze della popolazione italiana in un contesto di emergenza economica e sociale di portata straordinaria, l’Istituto ha adottato interventi organizzativi e di sviluppo dei processi digitali che hanno determinato nel 2020 un incremento della produttività o produzione lorda totale pari a +12,5% sul 2019, con picchi di +108,0% per la produzione riferita agli ammortizzatori sociali” argomenta il Presidente Pasquale Tridico.

Nel Rapporto, un tema centrale è dedicato alla transizione al digitale che Inps sta adottando, chiamando a raccolta risorse progettuali interne ed esterne. “Sebbene la digitalizzazione dei servizi pubblici sia un processo in atto da molti anni, i cittadini non percepiscono ancora le transazioni digitali come la modalità più efficace per interagire con la Pubblica Amministrazione. La ragione risiede nella bassa fruibilità dei servizi offerti dal settore pubblico, in conseguenza di una trasformazione tecnologica che spesso si è limitata a sostituire i processi fisici esistenti con equivalenti soluzioni digitali, senza modificare le prassi consolidate, né la logica di servizio, né le impostazioni ricalcate sulle precedenti tecnologie o sugli assetti dell’organizzazione interna” analizza l’Istituto che ha deciso di puntare su nuovi paradigmi tecnologici ed organizzativi.

XX Rapporto INPS

In questo quadro, per centrare l’obiettivo, l’Inps interverrà, quindi, anche sulle competenze del proprio personale, per il quale è in corso un piano di change management.

Ma non finisce qui: sul piatto dell’innovazione e del potenziamento dei servizi al cittadino si trovano anche l’intelligenza artificiale e la blockchain: “Non solo riducendo quel lavoro dei dipendenti attualmente dedicato ad attività ripetitive a basso valore aggiunto ma riqualificandolo verso attività a maggior supporto al cittadino. Potrà raccomandare servizi specifici per le esigenze del singolo utente, personalizzandone anche l’approccio comunicativo, a volte più semplice ed essenziale o altre più articolato e completo. Come risultato finale, il cittadino godrà di maggiore attenzione, accuratezza nell’identificazione dei suoi bisogni, tempi più rapidi nella risposta. A tale fine l’Inps sta sperimentando tecnologie d’avanguardia del settore, come i transformers, o modelli di machine learning. Il tutto, naturalmente, in conformità con il regolamento GDPR dell’Unione Europea” specificano dall’Inps.

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