Lavoro pubblico 2021: la ricerca di Forum PA
Fabbisogno lavorativo, innovazione, impatto del covid, smartworking, formazione e nuove risorse. La ricerca FPA “Lavoro pubblico 2021” è una miniera di contenuti e con una formula “open data” mette al servizio degli analisti e dell’opinione pubblica uno spaccato di quello che la PA rappresenta e di quello che si appresta a diventare per il Paese.
I numeri parlano di una Pubblica Amministrazione che si assesta sui 3,2 milioni di dipendenti (raggiungendo il minimo storico degli ultimi 20 anni), con almeno 300 mila persone pronte per la pensione nel prossimo triennio e con 3,03 milioni i pensionati da lavoro pubblico, in un rapporto di 94 pensioni erogate ogni 100 contribuenti attivi. Ma si torna anche ad assumere, con 119 mila i nuovi ingressi previsti nel 2021 dai concorsi.
Per quanto riguarda il tema “innovazione”, invece, la ricerca sottolinea come una forte spinta dovrebbe arrivare dal PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) con 1.300 milioni di euro di risorse per migliorare la capacità amministrativa e 400 milioni di fondi strutturali e cofinanziamento. Il 57,9% di queste risorse saranno spese per la buona amministrazione, il 40,5% per competenze e carriere, l’1,6% per l’accesso e il reclutamento. Un capitolo a parte riguarda, inoltre, il digitale. E qui sono previsti ulteriori 6.143,2 milioni per la trasformazione digitale della PA.
Una Pubblica Amministrazione che è anche alle prese con i cambiamenti organizzativi dovuti all’impatto della pandemia. Con il Covid-19, infatti, l’utilizzo dello smartworking è passato dall’1% del 2019 al 33% durante il periodo di emergenza. Tenendo conto che proprio il rilancio della PA rappresenta un asset fondamentale per la crescita futura del Paese, tra le sfide da affrontare c’è sicuramente quella della formazione. Perché “la PA italiana si conferma vecchia”, affermano da FPA, con una media di 50 anni di età e con personale scarsamente aggiornato (mediamente 1,2 giorni di formazione per dipendente l’anno). La ricerca, da questo punto di vista, fa emergere la criticità che riguarda anche la qualità dei servizi offerti che in Italia sono considerati inadeguati dal 76% dei cittadini, mentre la media europea è del 51%.
La ricerca è stata presentata in occasione della giornata di apertura di FORUM PA 2021 e rilanciata il 21 luglio, con la presentazione di Gianni Dominici, direttore generale di FPA, che ha presentato in dettaglio i risultati. Gli occhi sono tutti puntati sul PNRR e sulle risorse che metterà in campo.
“Il PNRR può davvero essere l’opportunità per ripensare e rinnovare il settore pubblico, ma allo stesso tempo serve una nuova PA per realizzare le missioni previste, connettendo i soggetti dell’innovazione, instaurando un dialogo continuo tra centro e periferia, mettendo a sistema le migliori esperienze già realizzate – afferma Gianni Dominici, direttore generale di FPA –. Sono necessarie nuove persone e nuove competenze, pianificando in modo mirato gli effettivi fabbisogni, con procedure fortemente selettive, che permettano di individuare le figure più utili alle esigenze delle singole amministrazioni. Come dimostra l’esperienza del Covid, è necessario rendere la forza di lavoro pubblica capace di governare e pianificare l’incertezza e sostenere la ripresa”.
“Quella del PNRR è una sfida epocale a cui la PA italiana si affaccia in una situazione critica, dopo anni di disinvestimento”, evidenzia Carlo Mochi Sismondi, presidente di FPA. “Il PNRR ha finalmente tracciato le linee guida delle politiche industriali del paese, con una chiara visione di lungo periodo in cui emergono due ambiti prioritari, la trasformazione digitale e lo sviluppo sostenibile”, dichiara, infine, Andrea Rangone, presidente di DIGITAL360. E una parte cruciale del programma per la ripartenza passa proprio dalla Pubblica Amministrazione e dalle sue persone. E’ una sfida che non si può perdere.