Digitalizzazione della PA: i quattro assi su cui puntare

 Digitalizzazione della PA: i quattro assi su cui puntare

Articolo a cura di Giuseppe Catarinozzi, responsabile della Pubblica Amministrazione & Sanità di Minsait in Italia. 

L’arrivo dei fondi europei del Next Generation EU e lo sforzo di trasformazione del governo possono accelerare la transizione digitale nelle amministrazioni pubbliche. Le applicazioni mobile, i digiworkers, la gestione trasversale dei dati e l’incorporazione di competenze tecnologiche sono la chiave di questa trasformazione.

La Pubblica Amministrazione italiana ha un’opportunità storica per accelerare la propria trasformazione digitale, semplificando e rendendo più efficienti le sue strutture e procedure e orientando ancora di più i servizi verso i cittadini. Una trasformazione che deve poggiare su  quattro assi chiave : visione centrata sul cittadino, automazione intelligente, governance dei dati e cambiamento culturale.

Negli ultimi anni sono stati fatti grandi progressi nella digitalizzazione delle istituzioni pubbliche del Paese. A questo si aggiunge l’arrivo dei fondi del Next Generation EU e il piano del Governo italiano per promuovere la digitalizzazione delle PA basato sui pilastri della domanda pubblica, della selezione del personale, della definizione delle competenze e dell’interazione con cittadini e imprese.

Tutto questo ha creato un momentum ideale per avviare un percorso di trasformazione storico, che può non solo far avanzare la semplificazione e l’efficienza della PA italiana, ma addirittura trasformare gli enti pubblici in un acceleratore di ripresa e di crescita economica e sociale per tutto il Paese. 

La pubblica amministrazione italiana ha un’opportunità storica di fare una svolta digitale, che richiede l’automazione e la reingegnerizzazione dei processi e delle procedure amministrative, rendendole ancora più orientate al cittadino e ridefinendo l’interazione tra la pubblica amministrazione e i cittadini.

Per raggiungere questo obiettivo, non è sufficiente implementare strategie di automazione isolate; piuttosto, è fondamentale partire da una visione a 360º che coinvolga sia i cittadini che i manager pubblici e che promuova servizi omnichannel. Per questo è fondamentale proporre un modello di business che si articola in quattro assi: visione cittadino-centrica, automazione intelligente, governance dei dati e cambiamento culturale. 

Digitalizzazione della PA

In primo luogo, si tratta di intraprendere un approccio proattivo nei confronti dei cittadini, sfruttando tutte le informazioni esistenti nelle diverse amministrazioni. In quest’ottica, tecniche di analitiche avanzate e modelli basati sui dati sono la chiave per la personalizzazione dei servizi. Insieme a questo, è urgente lavorare sulla generazione di applicazioni mobile universali, dotate di assistenti virtuali per mettere a portata di un clic del cittadino qualsiasi domanda o procedura. Infatti, un aspetto importante di questo primo asse è coinvolgere i cittadini nella trasformazione delle amministrazioni, incoraggiando l’uso di piattaforme che danno potere e facilitano la partecipazione degli amministrati. 

In secondo luogo, i digiworkers, un modello ibrido di lavoratori qualificati e software robotizzato, sono al centro della trasformazione del settore pubblico attraverso l’automazione intelligente. Si tratta di una nuova forza lavoro formata e motivata che permetterà alle pubbliche amministrazioni di ridurre i tempi di risoluzione dei processi, migliorare l’efficienza, la governance e il controllo dei servizi pubblici, e liberare risorse umane per compiti più preziosi e strategici. 

La governance trasversale dei dati è il terzo vettore di trasformazione. Con questo obiettivo in mente, abbiamo concepito iniziative come il Citizen Data Hub, una strategia end-to-end che unisce la governance, la gestione del cambiamento e una piattaforma nazionale di dati per massimizzare il valore delle informazioni, il loro sfruttamento e la loro disponibilità per l’intera organizzazione. 

Si tratta di generare ambiti di conoscenza su una persona, come gli studi o lo stato occupazionale, che vengono pubblicati e resi disponibili per tutta l’organizzazione, in modo che quelli che prima erano dati sigillati ora diventano beni preziosi e strategici per l’amministrazione. Questa interoperabilità rende possibile l’applicazione del principio “once-only“: se i cittadini e le imprese hanno già fornito le loro informazioni a un’amministrazione, non devono presentarle di nuovo, il che semplifica e migliora la relazione tra il settore pubblico e i cittadini.

Infine, il cambiamento culturale implica una trasformazione globale nei modelli di gestione dei talenti per adattare le competenze dei professionisti pubblici ai nuovi strumenti e tecnologie. 

Per raggiungere questo obiettivo, è necessario investire in competenze tecnologiche che completino l’automazione, promuovere modelli di lavoro agili e la collaborazione interamministrativa, e introdurre competenze associate all’innovazione o alla capacità di risolvere i problemi. 

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