L’Italia avanza verso l’uguaglianza di genere, ma ci sono ancora molti squilibri
Con un punteggio di 63,5 punti su 100, l’Italia è al 14° posto nell’Unione europea (UE) rispetto all’indice di uguaglianza di genere. Il punteggio, di 4,4 punti inferiore rispetto a quello dell’UE, è aumentato di 10,2 punti dal 2010 (+ 0,5 punti dal 2017).
Insomma, l’Italia avanza verso l’uguaglianza di genere a un ritmo più sostenuto rispetto ad altri Stati membri dell’UE e, dal 2010, ha guadagnato 8 posizioni. Ma c’è ancora molto da fare.
L’equilibrio di genere nel processo decisionale economico è aumentato dopo che, nel 2011, l’Italia ha introdotto una quota legislativa del 33 % di donne nei consigli di amministrazione delle società: nel 2010 nei Cda solo il 5 % era rappresentato da donne, quota cresciuta fino al 37 % nel 2020.
Anche le percentuali di donne in Parlamento e tra i ministri sono aumentate, ma occorre ricordare che anche in questo caso l’Italia ha introdotto una quota legislativa del 40 % per il Parlamento nel 2017.
La retribuzione media mensile delle donne è di quasi un quinto inferiore rispetto a quella degli uomini e allo stesso tempo è quattro volte più probabile che siano le donne a dedicarsi alla cucina e ai lavori domestici per almeno un’ora al giorno tutti i giorni rispetto agli uomini.
Il tasso di occupazione equivalente a tempo pieno (ETP) è rimasto pressoché invariato per le donne (31 %), mentre è diminuito per gli uomini dal 2010. Nelle coppie con figli, il divario di genere è molto più ampio rispetto alle che nelle coppie senza figli.
Ecco i principali risultati dell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 dell’European Institute for Gender Equality— EIGE fondato nel 2010 per rafforzare e promuovere la parità di genere in tutta l’Unione europea. L’indice costituisce un importante strumento politico per misurare l’evoluzione della parità di genere registrata nell’UE nel corso del tempo: ogni anno l’indice assegna all’UE e agli Stati membri un punteggio da 1 a 100. Il punteggio di 100 significa che un paese ha raggiunto la piena parità tra donne e uomini, ma al momento nessuna realtà europea può fregiarsi di questo titolo. Sul podio la Svezia, con un punteggio di 83.8. Seguono la Danimarca e la Francia.
I punteggi misurano le differenze tra donne e uomini e i traguardi raggiunti in sei ambiti: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute.
I punteggi più alti dell’Italia sono stati registrati nelle aree della salute (88,4 punti) e del denaro (79,0 punti), in cui si colloca al 12° e al 15° posto rispetto agli altri Stati membri.
Dal 2010 i punteggi dell’Italia che hanno registrato i miglioramenti più netti sono quelli delle aree del potere (+ 23,6 punti) e della conoscenza (+ 8,1 punti), mentre le posizioni nella classifica per queste aree sono salite rispettivamente di otto e nove posti.
Le disuguaglianze di genere sono più pronunciate nelle aree del potere (48,8 punti), del tempo (59,3 punti) e della conoscenza (61,9 punti). L’Italia registra il punteggio più basso dell’UE nel settore del lavoro (63,3 punti).
L’indice offre visibilità ai settori che necessitano di miglioramenti, fornendo a coloro che hanno responsabilità politiche un’analisi dettagliata a livello dell’UE e nazionale.
“Ci adoperiamo a rendere la parità tra donne e uomini una realtà entro e oltre i confini dell’UE, in modo che ogni persona possa avere le stesse opportunità nella vita, indipendentemente dal genere spiegano dall’Istituto-. La nostra ricerca apre la strada a una maggiore comprensione e consapevolezza dell’uguaglianza di genere in tutti gli ambiti della vita. Individuiamo i divari tra donne e uomini e raccogliamo e analizziamo i dati sulle disuguaglianze di genere. Fornendo informazioni pratiche e basate su dati concreti, diamo sostegno a coloro che prendono decisioni politiche affinché sia possibile avvicinare l’Europa al traguardo dell’uguaglianza di genere e migliorare la vita sia delle donne che degli uomini”.