L’Università di Torino adotta 10 linee guida per garantire l’equilibrio fra i generi
In tutto sono 10 le linee guida che l’Università degli Studi di Torino ha deciso di adottare per garantire un adeguato equilibrio fra i generi nei convegni, negli eventi di divulgazione scientifica, nei seminari e in ogni iniziativa.
L’idea di fondo è che il contributo di entrambi i generi costituisca un “insostituibile valore fondante della ricerca scientifica, oltre che un valore tutelato dalla Costituzione e dalle fonti internazionali”. Inoltre, “fermi restando i requisiti di professionalità e competenza che devono accompagnare ogni decisione relativa allo svolgimento di qualsiasi attività formativa”, le linee guida – approvate su iniziativa del Comitato Unico di Garanzia e dal Centro interdisciplinare di Ricerche e Studi delle Donne e di Genere – invitano ogni struttura (i dipartimenti, le Scuole, i comitati scientifici e organizzativi dei convegni) a sposare questo decalogo:
- Assicurarsi di avere una lista di interventi che garantisca l’equilibrio fra i generi. L’equilibrio fra i generi si considera assicurato qualora i relatori/relatrici del genere sotto rappresentato siano nell’ordine di 1/3 dei relatori e delle relatrici.
- Evitare che le studiose o gli studiosi del genere meno rappresentato siano coinvolte/i unicamente nei saluti o in ruoli di coordinamento e discussione (ovvero nel ruolo di discussant, presidenti e/o moderatori/moderatrici) o di organizzazione (ovvero nei soli comitati organizzativi).
- Promuovere una strategia deliberata di equilibrio fra i generi nei convegni. Nell’organizzare sessioni o tavole rotonde occorre ricordare che il convegno promuove l’equilibrio fra i generi e si dovrebbe dichiarare, nella fase di pubblicizzazione dell’evento scientifico, che il comitato scientifico sostiene e promuove una cultura dell’equilibrio fra i generi nell’attività scientifica.
- Promuovere un ambiente inclusivo che non ostacoli la partecipazione di un genere rispetto all’altro.
- Prestare attenzione al linguaggio di genere nella preparazione delle locandine e delle brochure degli eventi, come del resto specificato nelle linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo del Miur. Ad esempio, è opportuno declinare al femminile la presenza delle donne (titolare professoressa e non professore, dottoressa e non dottore, direttrice e non direttore, segretaria e non segretario, ingegnera e non ingegnere, etc.) oppure utilizzare espressioni pienamente inclusive (ad esempio personale docente, presidente).
- Promuovere un uso non discriminatorio del linguaggio.
- Sottolineare criticamente gli stereotipi di genere nel caso questi vengano proposti nel corso degli interventi.
- In particolare i Dipartimenti, le Scuole (comprese quelle di dottorato) e i Corsi di laurea valuteranno la possibilità di astenersi dal concedere il proprio patrocinio (a qualsivoglia titolo) se una conferenza, un convegno o un seminario non garantiscono un adeguato equilibrio fra i generi.
- Del pari i componenti del personale docente qualora ricevano l’invito a partecipare ad un evento scientifico che non garantisce un adeguato equilibrio fra i generi dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di declinare l’invito, motivando adeguatamente le ragioni del proprio rifiuto anche sulla base delle presenti linee guida.
- Promuovere un ambiente inclusivo e un’organizzazione dell’evento (luoghi, orari, ecc) che non ostacolino la partecipazione e che consentano il più possibile la conciliazione della partecipazione all’evento con la vita familiare.
“Queste linee costituiscono un aspetto di un’azione complessiva di UniTo volta a rimuovere gli ostacoli che si trovano tuttora sul cammino delle donne e che ne rallentano ancora l’ascesa ai vertici dell’Accademia italiana, come dimostrano i dati CINECA 2020 che registrano un numero di donne PO (professore ordinario) significativamente più ridotto di quello degli uomini PO: 25,5% contro 74,5%. Le 10 linee guida contribuiranno a infrangere il cosiddetto soffitto di cristallo che ancora troppo spesso si frappone fra le donne e gli uomini nel raggiungimento delle posizioni apicali. Peculiarità delle linee guida di UniTo è che, diversamente da altre, sono declinate in modo del tutto neutro, così da assicurare l’equilibrio a favore del genere meno rappresentato e non tout court di quello femminile” spiegano dall’Università torinese.
Le linee guida sono frutto di un lavoro comune tra il CIRSDe e il CUG e rappresentano una tessera di un mosaico più ampio che l’Università di Torino ha intrapreso da alcuni anni per valorizzare la diversità di genere come approccio e metodo di analisi e come strumento di lavoro.