Non c’è trucco, non c’è inganno: il popolo dei media cerca l’autenticità
Grazie a TikTok, i Reel di Instagram, YouTube e Twitch si è registrato negli ultimi mesi, grazie anche al maggior tempo a nostra disposizione, un aumento nella produzione di contenuti generati dagli utenti in tutto il web. E poi molti influencer hanno iniziato a fare video e a postare remix. Il formato più amato? Il live streaming, soprattutto su piattaforme come YouTube e Twitch. Un esempio? Quello di Ludwig Ahgren, streamer americano che ha deciso di lanciare una “subathon” su Twitch, una specie di telethon in cui sarebbe rimasto in diretto per altri 20 secondi ogni volta che qualcuno di nuovo si iscriveva.
Il rapporto di settore “Media e intrattenimento Divertimento 2.0: reinventare l’intrattenimento ai tempi della pandemia” di Talkwalker ha analizzato milioni di conversazioni tra consumatori, su social media, blog, forum e nuovi siti, per tracciare l’evoluzione del comportamento nel corso dell’ultimo anno e individuare i trend su cui le aziende possono far leva per fidelizzare i clienti, generare vendite e ridurre i costi. Insomma, si è chiesto: cosa succederà ai consumatori nel post pandemia? Che atteggiamento assumeranno?
“A marzo 2020, le conversazioni sul Covid-19 hanno rappresentato una grossa fetta delle discussioni a tema media e intrattenimento, infatti circa il 28% delle conversazioni riguardavano la pandemia. Musica, film e serie TV sono state la valvola di sfogo usata dalle persone per dare un senso di normalità alla propria vita, per questo le piattaforme social di ogni tipo sono diventate oggetto di discussione. Avanti veloce al 2021, e Conversation Clusters mostra che le persone sono meno preoccupate della pandemia. Il Covid-19 fa sempre parte delle discussioni, seppur in modo marginale, e i temi più diffusi sono gli sviluppi recenti in fatto di vaccini e il protrarsi dell’obbligo di mascherina” si legge nel rapporto. Ora le persone hanno esaurito la propria scorta di intrattenimento e sono in cerca di nuovi contenuti e nuove uscite in fatto di serie TV e film.
Anche la musica è stata una fonte di ispirazione e di incoraggiamento costante durante la pandemia. Ha sempre influenzato lo stato d’animo dei consumatori: un elemento che – suggerisce il report – se adoperato dagli influencer sui social media, diventa una formula potente per le aziende che intendono far parlare di sé: “Che si tratti di musicisti, di personalità esterne alla musica o del pubblico generalista, le discussioni a tema musicale generano sempre una certa quantità di engagement. L’industria musicale si è dovuta spostare sui canali web a partire da marzo 2020, a seguito dell’annullamento degli eventi in presenza su scala mondiale. Benché i concerti e i festival siano stati rinviati, annullati o spostati online, le conversazioni incentrate sui concerti non sono calate nell’ultimo anno, con 78 milioni di conversazioni sul tema. I musicisti sono in cerca di spazi in cui suonare i loro ultimi album, interagire con i fan e raggiungere nuove fette di pubblico, tutti obiettivi raggiungibili grazie ai canali online: un patrimonio che non si potrà perdere”.
Un altro ambito analizzato dall’indagine è quello dei media: “Entro la fine del 2021 si prevede che questo settore arrivi a fatturare miliardi di dollari. Secondo l’Università di Canberra, il 41% dei nuovi consumatori a livello mondiale ha ascoltato podcast nel 2020, un pubblico ampio da coltivare. La competizione nel mondo dei podcast è serrata, le grandi aziende quali YouTube, Spotify, Apple e Google controllano la quota di mercato più grande. Negli ultimi sei mesi sono state registrate più di 5 milioni di menzioni di podcast in relazione a quelle aziende, con un trend in crescita a partire da gennaio 2021. Sempre più aziende in settore notizie e intrattenimento lanciano nuovi podcast ed episodi, ragion per cui sarà importante saper scegliere la piattaforma giusta su cui trovare il pubblico corretto”.
Le regole del gioco sono cambiate. La disintermediazione ha cambiato il rapporto tra le media company e gli utenti: “Ogni azienda può raccontarsi senza filtri in modo diretto e crossmediale. Focalizzarsi sul pubblico significa capirne le emozioni, le esigenze e i bisogni. Non c’è trucco, non c’è inganno, la vera sfida per ogni azienda “media house” è stabilire relazioni durature con il proprio pubblico basate sulla fiducia e sull’autorevolezza. Capire emozioni e passioni del pubblico e saperle raccontare, così i brand di successo hanno indicato la strada” analizza Roberto Zarriello, Adjunct, Professor Comunicazione Digitale e Social Media UniPegaso e Direttore Scientifico Digital Media Lab.