Economia Circolare. In Giappone l’esperienza di un villaggio a zero rifiuti
Lo scorso 22 aprile, in tutto il mondo, si è celebrata la Giornata della Terra con numerose iniziative volte a rimarcare l’importanza di prenderci cura del nostro pianeta. Da ogni parte del globo si è ricordato di quanto i nostri comportamenti giochino un ruolo imprenscindibile nella salvaguardia dell’ambiente.
Un esempio concreto dei risultati che, impegnandosi, si riesce a raggiungere, arriva dal Giappone e precisamente da Kamikatsu, una piccola località situata tra le verdi montagne della regione di Shikoku nella Prefettura di Tokushima. Il villaggio, che conta all’incirca 1500 anime, vanta il primato di essere stato la prima municipalità del Giappone, già nel 2003, a porsi l’obiettivo di produrre zero rifiuti, eliminando discariche e rifiuti inceneriti entro il 2020.
L’ esperienza della comunità di Kamikatsu, nel tempo, ha attirato l’attenzione, prima a livello nazionale e poi internazionale, per il grande lavoro e lo sforzo costante messi in campo dagli abitanti per raggiungere il loro fine. Infatti, non essendoci un servizio di raccolta rifiuti, i residenti li portano autonomamente all’unico centro raccolta presente e qui li separano in più di 45 categorie diverse, mentre, per quanto riguarda i residui di cibo, questi vengono compostati nel proprio domicilio.
Ciò che ispira e guida i cittadini di Kamikatsu è il rispetto delle 3R: Riduzione, Riutilizzo, Riciclo. Animati dalla forte consapevolezza di quanto sia importante ridurre la produzione di rifiuti, al momento ne riescono a riciclare oltre l’80%.
Un’altra peculiarità di Kamikatsu è che vi si trova l’Hotel Why, uno dei primi hotel “call to action” a rifiuti zero al mondo.
Inaugurato alla fine di maggio 2020, l’hotel, realizzato con cedro locale e nel pieno rispetto dell’ambiente, si caratterizza, oltre che per contenere mobili, porte e finestre di scarto, per essere parte del Centro Rifiuti Zero.
Il Centro, oltre all’hotel, comprende una struttura per la raccolta dei rifiuti, un centro di apprendimento, una sala pubblica, un negozio dell’usato e un laboratorio collaborativo.
La forma del Centro è piuttosto singolare. Infatti essa rappresenta un punto interrogativo che, come spiega la responsabile della struttura, OTSUKA Momona, vuol portare le persone a interrogarsi e riflettere sul proprio rapporto con i rifiuti: «Perché compriamo le cose? Perché le buttiamo via? Perché facciamo le cose? Perché le vendiamo? Questo posto ci dà l’opportunità di pensare alle molte e diverse domande sui “perché” derivanti dai rifiuti ».
Gli ospiti dell’hotel sono anche invitati a partecipare a workshop ed esperienze di apprendimento e sensibilizzazione sulla gestione dei rifiuti. Nel negozio dell’usato, invece, le persone possono scambiare tra loro vari articoli riutilizzabili come stoviglie, vestiti, accessori, il tutto assolutamente in modo gratuito.
A Kamikatsu, come abbiamo visto, non mancano certamente iniziative volte a sensibilizzare sull’argomento sostenibilità. Una di queste si chiama INOW e prevede il coinvolgimento dei non residenti. Si tratta di un progetto che consiste nell’invitare i visitatori ad alloggiare presso delle famiglie locali per sperimentare effettivamente com’è la vita improntata al concetto di zero rifiuti. In questo modo i partecipanti possono, attraverso l’esperienza diretta, riflettere e acquisire maggiore consapevolezza su come essere parte attiva nella sostenibilità. L’idea è quella di avvicinare le persone al “turismo trasformativo”, cioè ad un tipo di turismo che cambia i valori dei partecipanti e la visione della vita.
L’obiettivo del Centro Zero Rifiuti di Kamikatsu è di diventare, grazie alla collaborazione con aziende e università, un punto di riferimento per la ricerca e lo sviluppo sia di prodotti riciclabili al 100% sia per trovare soluzioni efficaci per risolvere il problema del trattamento del restante 20% di rifiuti che ancora non si riesce a gestire e, di conseguenza, contribuire al target che il governo del Giappone si è prefissato, ovvero quello di ridurre le emissioni di carbonio a zero entro il 2050. OTSUKA Momona aggiunge:«Non sono solo le 3R ad essere fondamentali per ottenere zero rifiuti: dobbiamo anche considerare la quarta R, che sta per ‘Responsabilità‘. Le aziende devono produrre e fabbricare con in mente l’idea di smaltimento, e i consumatori hanno bisogno di scegliere prodotti che possano, alla fine, essere riciclati e riutilizzati come risorse. Questa è la chiave per il futuro della società».