Pluralismo e imparzialità dell’informazione: l’AgCom in prima linea
È passato sotto silenzio l’atto d’indirizzo sul rispetto dei principi a tutela della correttezza, completezza, imparzialità e pluralismo dell’informazione che l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha deliberato lo scorso marzo.
La delibera a firma del Presidente Giacomo Lasorella parla di pluralità di informazione, nell’ottica di un servizio di interesse generale. Pubblico. La narrazione e la rappresentazione politica viene messa sotto la lente d’ingrandimento, evidenziando l’importanza – da parte dei media – dell’adozione di criteri quantitativi (attuale consistenza parlamentare dei gruppi) e di criteri qualitativi (agenda politica, format, periodicità del programma, orario di messa in onda, effettività del contraddittorio, argomenti trattati).
Nella delibera si sottolinea la necessità di un’informazione che, in modo etico, riporti i punti di vista delle diverse posizioni politiche in un corretto confronto, ovviamente rispettando la libertà di azione di ogni testata: “Nei programmi di informazione i fornitori di servizi di media audiovisivi e radiofonici nazionali si conformano, per le motivazioni e nei sensi di cui in premessa, ai principi di completezza, imparzialità, e obiettività dell’informazione assicurando, nel rispetto dei criteri vigenti, il più rigoroso rispetto del principio della parità di trattamento tra i soggetti politici. In particolare, provvedono a garantire una corretta rappresentazione delle posizioni espresse dalle diverse forze politiche di maggioranza e di opposizione. In tale contesto assicurano, nell’ambito della loro autonomia editoriale, la realizzazione di un effettivo e leale contraddittorio e un adeguato rilievo alle posizioni delle forze politiche che non sostengono l’attuale Governo”.
Sotto osservazione non solo i programmi di informazione “puri”, ma anche quelli di intrattenimento sia audiovisivi e radiofonici. L’analisi di contesto dell’Agcom parte, ovviamente, anche dalla situazione socio-economica che stiamo vivendo in seguito alla crisi mondiale da Covid-19 e dalla formazione del governo Draghi “sostenuto da una maggioranza parlamentare molto ampia (ottenendo la fiducia, alla Camera, con 535 voti a favore, 56 contrari e 5 astenuti e, al Senato, rispettivamente 262, 40 e 2), che raccoglie una pluralità di forze politiche, alcune delle quali anche contrapposte nelle ultime elezioni”. Viene poi posta la questione di un’adeguata rappresentanza dell’opposizione, che esercita una funzione di controllo nei confronti del Governo.
Sul sito dell’AgCom sono anche consultabili i dati, riferiti al mese di febbraio 2021, del pluralismo politico e istituzionale in tv. Cos’è emerso? Qualche esempio?
- L’argomento più trattato dai Tg Rai è la politica, con notizie sulla crisi di Governo, la fiducia a Draghi e il dibattito interno ai partiti. Il Tg2 e il Tg3 dedicano alla Politica il 39% e il 37% del totale, il Tg1 il 37%, mentre Rai News 24 arriva al 30%.
- La politica è l’argomento più trattato nei Tg Mediaset, che sul Tg4 copre oltre il 48% del totale notizie. Studio Aperto dedica il maggior spazio alla cronaca che con il 25% supera anche la politica (23%).
- Il Tg La7 nel mese di febbraio dedica il 42% delle notizie alla Politica, con ampio spazio alla crisi di governo, agli scenari politici e istituzionali e alle diverse posizioni dei partiti.
- Sky Tg24 nel mese di febbraio dedica il 34% del totale notizie alla politica, affrontando i temi della formazione del Governo Draghi e dei rapporti tra partiti. Attenzione anche alla cronaca e agli aggiornamenti sul Covid sulla diffusione dei contagi, e sui vaccini anti-Covid, temi che coprono circa il 12% su tutte le testate.
Tra l’altro, la delibera cita l’Atto di indirizzo sulle garanzie del pluralismo nel servizio pubblico radiotelevisivo approvato dalla Commissione parlamentare nel 2003 per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi : “Tutte le trasmissioni di informazione – dai telegiornali ai programmi di approfondimento – devono rispettare rigorosamente, con la completezza dell’informazione, la pluralità dei punti di vista e la necessità del contraddittorio; ai direttori, ai conduttori, a tutti i giornalisti che operano nell’azienda concessionaria del servizio pubblico, si chiede di orientare la loro attività al rispetto dell’imparzialità, avendo come unico criterio quello di fornire ai cittadini utenti il massimo, di informazioni, verificate e fondate, con il massimo della chiarezza”.
Insomma, la lotta alla disinformazione, alle fake news e alla creazione di messaggi di propaganda continua a essere un tema di forte attualità che necessita di strumenti e tecniche efficaci per combattere forme di manipolazione dell’opinione pubblica.