L’Intelligenza Artificiale ci ruberà il lavoro?
Digitalizzazione, Intelligenza Artificiale e big data modificano le condizioni di lavoro e porteranno alla nascita di mestieri che ancora non esistono.
Gli scenari futuri tra il 2030 e il 2050 saranno profondamente diversi da quelli attuali: le crescenti disuguaglianze economiche, la relazione tra l’educazione e il livello di democrazia, lo sviluppo tecnologico, i cambiamenti climatici e i fenomeni di migrazione caratterizzano l’attualità e ancor più il nostro futuro.
Anche da un punto di vista demografico la società sarà molto diversa. La popolazione mondiale, infatti, continua a crescere a un ritmo superiore nei paesi del sud del mondo rispetto a quanto accade nel nord. Inoltre, la popolazione mondiale invecchia a causa del calo del tasso di fertilità e dell’aumento delle aspettative di vita.
L’evoluzione verso una società molto diversa da quella che conosciamo avverrà in tempi molto ravvicinati. La digitalizzazione penetrerà sempre di più nella società per sconvolgere abitudini, vita sociale, divertimenti e lavoro. I primi segnali ci sono già e riguardano la profonda modificazione dei mestieri, dovuta principalmente a due fattori: la decarbonizzazione e la digitalizzazione. Pensiamo a un esempio concreto: la diffusione delle auto elettriche potrebbe portare alla scomparsa di una figura tradizionale come il benzinaio e al contempo creare figure professionali nuove o ripensate come gli installatori di stazioni di ricarica. Se da un lato è vero che le macchine intelligenti cancellano certi posti di lavoro è anche vero che spesso si sostituiscono a noi nei lavori più pericolosi, ripetitivi e pesanti.
Cambiano dunque le competenze, l’intelligenza artificiale e i big data modificano le condizioni di lavoro e portano alla nascita di mestieri che ancora non esistono. I problemi diventano globali, complessi e multidisciplinari e quindi dovranno essere affrontati con una visione diversa, tutta nuova e interdisciplinare: in questo scenario risulteranno vincenti le figure professionali ad alto contenuto intellettuale e provenienti anche dal settore delle scienze umane e sociali.
In tutto questo l’istruzione e la formazione, in primis scuola e università, devono giocare un ruolo fondamentale: adattare i piani di studi al mondo contemporaneo e essere aggiornate con lo sviluppo delle ultime tecnologie. Pensiamo solo a questo dato: il 65% dei bambini che hanno appena iniziato la scuola farà un mestiere che ancora non esiste.
Siamo preparati a tutto ciò?
Risponderà il 25 febbraio, nel corso della conferenza online dal titolo Intelligenza artificiale e digitalizzazione: come cambiano i mestieri, il professor Maurizio Fermeglia, già Rettore dell’Università di Trieste, che da tempo si occupa delle modifiche che la rivoluzione digitale introduce nel mondo del lavoro e della formazione.