Abbandono scolastico e sport: qual è il ruolo della scuola?
Lo spiega la Andersen International School di Milano
Molti atleti spesso si trovano a scegliere tra il continuare gli studi e l’attività agonistica e infatti secondo l’Istat, l’80% di chi pratica sport ad alti livelli e a qualsiasi età, decide di abbandonare l’attività sportiva a causa di un carico di lavoro a scuola diventato insostenibile per continuare la carriera agonistica. Sempre secondo l’Istituto Nazionale di Ricerca, la pratica dello sport è massima tra i ragazzi di 11-14 anni (85%), ma questo dato diminuisce di molto con l’aumentare dell’età. Il 22% dei ragazzi dagli 11 ai 20 anni praticanti attività sportiva, infatti, abbandona lo sport. Questa percentuale sale al 30% quando si tratta di ragazze. Si deduce, quindi, che il momento più critico è il passaggio tra le medie e le superiori, dove l’aumento dell’impegno scolastico richiesto diventa il principale motivo di abbandono tra i giovani dell’attività sportiva agonistica.
Per cercare di dare una risposta ai molti giovani che si trovano di fronte a questo bivio, la Andersen International School di Milano, la prima e unica scuola privata Internazionale a Milano ad avere Middle School e High School paritarie, ha strutturato per le 2 classi del liceo linguistico e le 2 del liceo scientifico un programma scolastico speciale che garantisce ai ragazzi sia una formazione completa, riconosciuta dal Sistema Nazionale Britannico e dal sistema Nazionale Italiano (MIUR), sia la possibilità di continuare l’attività agonistica.
“Consapevoli di quanto sia importante per i ragazzi la pratica sportiva, abbiamo deciso di essere, noi, in primis, i tifosi dei nostri studenti che praticano attività agonistiche o artistiche come il conservatorio o scuole di danza prestigiose. Abbiamo previsto un programma scolastico completo di tutti corsi, che prevede però la flessibilità e la possibilità di pianificare i compiti in classe e di organizzare i compiti settimanalmente tenendo conto delle esigenze di allenamento dei ragazzi. Tutto questo viene fatto in totale trasparenza per evitare che si creino discriminazioni tra i ragazzi che nuocerebbero al clima della classe”.
Sono le parole di Bianca Parravicini, direttrice della Andersen International School, che nel 2001 ha dato vita a questo progetto didattico fondato su programmi britannici (British National Curriculum) portati avanti da insegnanti madrelingua inglesi e che oggi conta 500 iscritti di 40 nazionalità diverse.
In 20 anni di attività la scuola ha sempre cercato di rinnovarsi, per formare ragazzi che siano in grado di rispondere alle sfide personali e professionali che la società impone, tutelando e promuovendo però anche attitudini e doti personali.
Come è articolato il programma per gli atleti
L’indirizzo scientifico e quello linguistico della Andersen International School hanno una durata di 5 anni e prevedono lezioni dal lunedì al venerdì dalle 8.10 alle 13.30 con mensa inclusa.
Gli studenti e le studentesse che svolgono attività agonistica hanno la possibilità di assentarsi per i giorni (o per qualche ora al giorno) necessari, semplicemente concordando con la scuola le singole esigenze. E’ cura della Andersen venire incontro alle necessità dei ragazzi che con così tanta passione e impegno inseguono i loro sogni. Per quanto riguarda l’organizzazione, lo studente si confronta con i docenti delle singole materie per fissare e programmare il carico di studio, compiti in classe e interrogazioni.
Il focus è proprio sull’agevolazione di questi ragazzi che necessitano di una maggior flessibilità da parte dell’istituzione scolastica, senza ostacolarli.
“Grazie a questo programma di studi personalizzato, i ragazzi interessati possono continuare a perseguire la propria passione sportiva o artistica, ottenendo comunque una formazione completa che garantisca, una volta terminato il percorso formativo, la possibilità di accedere all’università italiana e non solo, o di esplorare le offerte di lavoro. La nostra mission è quella di formare i ragazzi con un approccio alla didattica molto concreto e allo stesso tempo flessibile, se necessario, che gli faccia apprendere fin da giovani l’importanza e la capacità di conciliare doveri e passioni e prepararli quindi al mondo di domani” conclude Bianca Parravicini.