Fonti alternative di energia rinnovabile
Se fino a qualche anno fa quello delle fonti di energia rinnovabile era un argomento noto a pochi, oggi sempre più Paesi, in tutto il globo, stanno adottando politiche che ne prevedono l’uso. Fotovoltaico, idroelettrico, eolico e geotermico sono i metodi più conosciuti per la produzione di energia alternativi a quella proveniente da fonti fossili, ma la ricerca non si è certo fermata e continua a testare nuove possibili fonti ancora più sostenibili e pulite.
L’energia che viene dal mare
Non è una novità che una fonte tanto preziosa come quella rappresentata dal mare, in particolare dal fenomeno delle maree (che produce energia maremotrice), venga sfruttata da tutti quei paesi che, come il nostro, ne sono circondati. Purtroppo il tipo di impianto necessario per incanalare l’energia maremotrice presenta degli svantaggi considerevoli come l’impatto ambientale ed il costo notevole. Svantaggi che vengono superati prendendo in considerazione l’energia prodotta dal moto ondoso.
L’energia del moto ondoso è una fonte di energia che consiste nello sfruttamento dell’energia cinetica contenuta nel moto ondoso, da cui prende il nome. Viene considerata la più grande risorsa energetica inutilizzata del Pianeta, capace di generare, qualora si riuscisse a sfruttarla appieno, 5 volte il fabbisogno di energia elettrica del mondo.
Sono già molti i paesi che hanno sperimentato questo tipo di produzione di energia, come spesso accade quando si parla di ecologia ed ambiente, il Nord Europa si è dimostrato particolarmente attivo su questo fronte avendo adottato l’energia del moto ondoso in Svezia, Scozia, Germania, Danimarca, Regno Unito portandolo poi fino in Portogallo e Francia.
L’Italia non sta a guardare, visto anche l’enorme potenziale che deriva da questa tecnologia, e Marina di Pisa è diventata la prima località italiana dove si produce energia sfruttando le onde del mare, grazie ad un impianto installato davanti alla marina pisana da una startup italiana, 40South Energy (oggi rilevato da Enel Green Power), ma ci sono progetti per l’installazione di impianti in altre località della costa italiana.
Il punto cruciale di questa tipologia di sistemi deriva dall’imprevedibilità degli eventi marini la cui forza può diventare distruttiva arrecando ingenti danni agli impianti, limite che si sta cercando in tutti i modi di superare visti gli enormi vantaggi che questa fonte energetica porta con sé anche, e soprattutto, rispetto alle tecnologie che già conosciamo.
Fusione magnetica, l’idea che arriva dalle stelle
Il Sole (così come le altre stelle) è alimentato da un’energia che si sviluppa tramite il processo chiamato fusione magnetica, durante il quale due nuclei di idrogeno si fondono andando a formare un nucleo di elio, più leggero dell’idrogeno, liberando così energia. Sul Sole la fusione magnetica avviene grazie alle condizioni estreme di pressione e temperatura che producono un plasma in cui l’atomo di idrogeno non è più in grado di trattenere i propri elettroni, per cui il nucleo dell’idrogeno si carica positivamente. Se, di norma, due corpi con carica dello stesso segno incontrandosi si respingono, in questo caso, proprio grazie all’elevatissima temperatura, l’effetto di repulsione viene eliminato e le particelle possono fondersi tra loro, generando così ancora più calore ed energia.
Riprodurre questa reazione fisica sulla terra significherebbe disporre di una fonte di energia illimitata, naturale e pulita. Il problema da affrontare riguarda il raggiungimento delle condizioni necessarie affinché la fusione magnetica si verifichi.
Ad oggi la soluzione a questo inconveniente potrebbe arrivare dal Tokamak – dall’acronimo russo di “camera toroidale magnetica” -, un grande dispositivo a forma toroidale, sviluppato in Unione Sovietica negli anni 50’, capace di generare una reazione di fusione a confinamento magnetico. All’interno del macchinario viene ricreata la situazione idonea affinché l’idrogeno riesca a raggiungere, grazie a temperatura e pressione elevate, lo stato di plasma grazie ad un campo magnetico creato da elettromagneti esterni alla camera. Il campo magnetico generato impedisce agli elettroni di urtare le pareti, mentre le forze magnetiche addensano il plasma, portando i nuclei caricati positivamente abbastanza vicini da superare le forze elettrostatiche e dunque di fondersi.
L’energia prodotta dalla fusione magnetica non inquina e non produce scorie radioattive, purtroppo la tecnologia utilizzata per riprodurla è molto complessa e la realizzazione di un impianto come il tokamak richiede un impegno economico e di tempo decisamente gravoso, senza contare i possibili pericoli che, allo stato attuale, non possono assolutamente essere trascurati, come ad esempio una ipotetica fuoriuscita del plasma dal macchinario.
La fusione magnetica si prefigura come un’ottima alternativa alle fonti energetiche conosciute, nel corso degli ultimi anni molta strada è già stata percorsa per superare i limiti che la “fisica terrestre” pone davanti alla messa a punto dei sistemi che possano portare alla sua realizzazione, ma la ricerca, spinta anche dal desiderio di combattere l’inquinamento, sta continuando la sua corsa verso il traguardo che ci permetterà, nel modo più semplice possibile, di ricreare quello straordinario fenomeno stellare che è appunto la fusione magnetica.