Donne vs Covid: la pandemia impedisce la creazione d’impresa
Donne vs Covid, ecco chi sta pagando il conto più caro della crisi.
Non è retorica. Ma il quadro che emerge dal Rapporto nazionale Impresa in genere di Unioncamere: un’indagine condotta nel mese di ottobre su un campione di 2.000 imprese.
Donne che perdono la voglia di intraprendere durante la pandemia, donne d’impresa che non vogliono più fare l’impresa, donne che chiedono un supporto economico e finanziario e, soprattutto, donne che perdono fiducia (più dei loro colleghi uomini) in un rapido rientro alla produttività pre Covid.
Le imprese femminili italiane nel terzo trimestre del 2020 sono 1,3 milioni: il 22% del totale. Quasi 890mila operano nel settore dei servizi (66,5% del totale femminili), oltre 151mila in quello dell’industria (11,3%) e circa 208mila nel settore primario (15,6%).
Il 96,8% sono micro imprese con meno di 10 addetti (circa 1 milione e 293mila), 39mila sono piccole imprese con 10-49 addetti (il 2,9%), mentre le medio-grandi imprese sono poco più di 3mila, pari allo 0,3% del totale delle imprese femminili. Al Centro-Nord si trovano circa i due terzi dell’universo femminile dell’impresa (849mila imprese, pari al 63,6%). Circa 487mila (il 36,4%) hanno sede invece nel Mezzogiorno.
Un dato importante, da sottolineare, è che poco più del 10% delle imprese femminili sono guidate da donne di meno di 35 anni di età (150mila, l’11,3%), e quasi altrettante da donne straniere (oltre 151mila).
Dopo anni in cui in ogni trimestre le imprese femminili segnavano crescite superiori alle imprese maschili, tra aprile e settembre questa maggiore velocità si è annullata soprattutto per effetto di una caduta più marcata della nascita di nuove imprese nel secondo trimestre, che si è protratta anche nei tre mesi successivi.
Made in Italy, turismo e cultura i settori che registrano il calo maggiore di iscrizioni di nuove imprese “rosa” nel semestre aprile-settembre 2020, mentre l’unico settore in decisa crescita è quello dei media e comunicazione (+34,7%).
I maggiori problemi riscontrati dalle donne imprenditrici, rispetto agli uomini imprenditori? La liquidità e l’approvvigionamento delle forniture. Le imprenditrici lamentano poi maggiori difficoltà legate al calo dell’occupazione, più vincoli nell’accesso al credito e problematiche di carattere tecnologico.
Di fronte alle criticità e ai cali produttivi, le misure di ristoro destinate a fronteggiare la carenza di liquidità e il pagamento dei costi fissi sono richieste soprattutto dalle imprese femminili. Più degli uomini, le donne d’impresa chiedono misure di accesso al credito e supporto per la digitalizzazione.