TikTok potrebbe cambiare padrone
Un successo che per tanti è risultato inaspettato, partendo con una diffusione tra i giovanissimi ma poi acquisendo popolarità anche tra i molti creators meno giovani che sulla piattaforma cinese possono esprimere la loro arte e creatività attraverso i brevi video che il social mette a disposizione.
La storia di TikTok nasce nel 2018 dall’acquisizione di Musical.ly, piattaforma che spopolava tra i giovani per i video musicali doppiati dai ragazzini, da parte della compagnia cinese ByteDance che aveva sborsato un miliardo di dollari. Da quel momento il social è continuato a crescere in maniera esponenziale in tutto il mondo riuscendo, non sempre, a schivare le critiche di vari governi sulla pericolosità del suo utilizzo e l’esposizione da parte degli utenti dei propri dati su una piattaforma con i server in Cina e nessuna policy di sicurezza. La risposta della società cinese non era tardata introducendo una serie di policy a tutela dei propri iscritti e contro violenza, bullismo e comportamenti scorretti.
Tutto ciò non ha tranquillizzato i governi di alcuni paesi come l’India, che poco tempo fa ha messo al bando TikTok motivando questa scelta proprio con la mancanza di sicurezza dei dati degli utenti e del paese stesso.
Alcuni rumors parlano di un ban della piattaforma anche da altri paesi tra cui gli Stati Uniti, dove si è già visto che la supremazia di alcune aziende cinesi, come Huawei, non piace proprio e quindi il brand viene messo al bando per motivi legati alla sicurezza nazionale.
Qualcosa nelle ultime ore però sta cambiando e sembra che una cordata di investitori americani abbia fatto un’offerta di acquisto alla company cinese proprietaria di TikTok di 50 miliardi di dollari. Questa cessione potrebbe così evitare l’oscuramento del popolare social negli Stati Uniti e creare una competizione diretta con gli altri big del web, Facebook in testa.
Ora c’è da capire se i Cinesi accetteranno la mega proposta americana o preferiranno mantenere la paternità della piattaforma e scontrarsi con le restrizioni che l’America e l’Europa potrebbero infliggere.